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Materiale Didattico

L’esordio della pallacanestro in Italia


Milano, 8 giugno 1919: più di un secolo fa una nutritissima folla di appassionati di ciclismo (lo sport allora più popolare, ancor più del calcio) è in attesa dell’arrivo dei concorrenti del Giro d’Italia. Il traguardo dell’ultima tappa di quell’edizione è fissato all’interno del principale impianto sportivo di Milano, l’Arena.

Essendo impossibile contenere al suo interno i circa trentamila supporter accorsi per festeggiare i quindici corridori superstiti (oltre alla conquista della classifica finale, a Costante Girardengo andrà anche la vittoria di tappa), gli organizzatori ritengono opportuno operare una selezione facendo pagare un biglietto d’ingresso: ben pochi se lo possono permettere e la stragrande maggioranza degli appassionati si assiepa nella zona circostante all’Arena. Il ricavato dei biglietti – si premurano di sottolineare i promotori – verrà utilizzato per finanziare i lavori di costruzione di una palestra nel quartiere cittadino di Loreto.

Nell’attesa che giungano al traguardo i ciclisti, vengono organizzati spettacoli d’intrattenimento quanto mai eterogenei, che spaziano dalle staffette fra squadre militari (la Prima guerra mondiale è da poco terminata e sono parecchi i militari in attesa di essere congedati e di tornare in abiti civili) alle sfide di tiro alla fune, molto apprezzate in quei tempi. A destare la curiosità dei fortunati possessori del biglietto d’ingresso è tuttavia la sfida in corso fra dieci atleti, cinque per squadra, che, indossando canottiera e mutandoni, si affannano a contendersi una palla di cuoio con l’obiettivo di indirizzarla dentro un cerchio di ferro.

I protagonisti della partita sono da una parte gli autieri della 2ª Compagnia Automobilisti di Monza (in tenuta gialla), dall’altra gli Aviatori della Malpensa (in maglia azzurra). Gli spettatori non sono affatto preparati all’evento, trattandosi di una novità assoluta.

È per questo motivo che, prima dell’incontro, si è provveduto a consegnare una sorta di regolamento, che non riesce però a risolvere i dubbi del pubblico, spiazzato da qualcosa di mai visto in precedenza. Gli spettatori assistono alla partita tutti intorno al campo da gioco, rappresentato dall’erba del prato dell’Arena e delimitato dalle righe, bene inteso solo quelle esterne (nessun segno, invece, di quelle che delimitano le aree), tracciate con polvere di calce. I tabelloni traballano e oscillano sinistramente ogni volta che vengono colpiti dalla palla. La partita prevede due tempi (definiti “times”, all’inglese) di 20 minuti
ciascuno con un intervallo di 10 minuti, durante i quali è dato modo ai cestisti di riprendere fiato e di riordinare le idee.

E, a proposito dei due tempi di gioco, il primo vede prevalere gli Aviatori della Malpensa, il secondo gli Automobilisti di Monza. Le cronache del tempo descrivono aspetti che ai nostri giorni suonano alquanto strani, primo fra tutti la divisione in campo di giocatori disposti in attacco e di altri, della stessa squadra, schierati in difesa, un po’ come se si trattasse di calcio, e non di pallacanestro.

Per fare un esempio, il caporalmaggiore Sessa, figura di spicco degli Automobilisti Monza, viene definito “attaccante veloce”. Da una parte e dall’altra l’impegno profuso è encomiabile e si traduce in un risultato di parità, 11-11, punteggio che, ai nostri occhi, fa un po’ sorridere.

L’importanza del match all’Arena di Milano dell’8 giugno 1919 sta nel fatto che si tratta della prima partita di pallacanestro disputata in Italia di fronte al pubblico. Da qui, è tutto un crescendo di eventi, il principale dei quali deve essere considerato, nel 1920, lo svolgimento del primo Campionato italiano: dal 26 al 30 maggio di quell’anno, a Venezia, otto squadre si sfidano in partite a eliminazione diretta; a prevalere è la Società Educazione Fisica Costanza di Milano, che, in finale, sconfigge l’Istituto Tecnico di Firenze. La squadra milanese apre dunque l’albo d’oro dei Campionati italiani.

Un anno più tardi (è il 21 dicembre 1921) una birreria di Milano vede i natali della Federazione Italiana Basket-Ball. Il 4 aprile del 1926 ha invece inizio la lunga
avventura della nazionale italiana, che sconfigge la Francia (punteggio: 23-17). 

Sono esordi e battesimi, questi, che guardano con riconoscenza e affetto a quei dieci giocatori in canottiera e mutandoni, che s’impegnano allo spasimo, senza risparmiarsi, sul campo di gioco ricavato all’interno dell’Arena di Milano, quell’8 giugno di 103 anni fa. È a loro che spetta il merito di aver gettato le fondamenta della pallacanestro in Italia.

Luca Condini

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