Stesso posto, stesso treno, stesso addio ai sogni di gloria
Il contrattempo, di qualsiasi natura esso sia, il più delle volte colpisce il singolo atleta. Talvolta, però, si accanisce contemporaneamente su più sportivi. E questo accade anche in occasione di competizioni di alto livello.
L’episodio che ora andremo a raccontare riguarda una delle corse ciclistiche più importanti, la Parigi-Roubaix, precisamente quella che si disputò l’8 aprile del 1956. Se andiamo a vedere l’albo d’oro della Roubaix, appuriamo che la vittoria andò a Louison Bobet, che s’impose in volata davanti a De Bruyne e Van Steenbergen.
Tuttavia l’esito della corsa fu influenzato da un episodio che danneggiò molti corridori, avvantaggiandone altri. A 41 chilometri dal traguardo, fissato al velodromo di Roubaix, in testa alla corsa si trovano sette ciclisti, che sono riusciti a garantirsi un discreto vantaggio sugli inseguitori e che, salvo imprevisti, avrebbero sicuramente portato a termine la corsa.
Quattro dei fuggitivi sono italiani: Conterno, Grosso, Gervasoni e Pettinati, che si sono staccati dal resto del gruppo dopo appena 10 chilometri dalla partenza. Si diceva, sembra filare tutto liscio per loro quando si trovano un passaggio a livello con le sbarre abbassate. Sono le 15.28: davanti ai sette fuggitivi passa, lentissimo, a una velocità non superiore ai 10 km/h, un lungo convoglio merci.
Trascorrono quasi due minuti prima che l’ultimo vagone si allontani dal passaggio a livello e che il casellante sollevi le sbarre. Ma non c’è più nulla da fare per i corridori in fuga: riprendono la corsa, ma ormai il gruppo che insegue li scorge da lontano e si lancia per riprenderlo. Stanchi, delusi e avviliti, i quattro corridori italiani si fanno da parte all’entrata del velodromo di Roubaix e lasciano via libera allo sprint prepotente e vincente di Bobet, osannato dal pubblico di casa.
E fatalità del caso, a distanza di 50 anni, sempre in una Parigi-Roubaix, il 9 aprile 2006 si è ripetuto quasi con le stesse modalità l’episodio del passaggio a livello. In testa, a 10 chilometri dall’arrivo, all’altezza di un passaggio a livello, si trova lo svizzero Fabian Cancellara, con una trentina di secondi di vantaggio su un gruppetto di inseguitori formato dal russo Gusev e dai belgi Van Petegem e Hoste. Cancellara transita quando le sbarre si stanno abbassando, mentre i tre corridori dietro di lui, contravvenendo al regolamento, lo passano quando le sbarre sono abbassate. Dietro, con 15 secondi di ritardo, inseguono l’italiano Ballan, il belga Boonen e lo spagnolo Flecha.
Non possono fare altro che fermarsi, perché in quel momento transita un treno merci, che fa loro perdere una ventina di secondi preziosi. A non perdere la vittoria, invece, è Cancellara, che a Roubaix precede di 1’49” gli inseguitori Boonen e Ballan. C’è da chiedersi che cosa sarebbe potuto accadere se gli inseguitori non fossero stati fermati da un treno merci. Proprio come accaduto mezzo secolo prima.
Luca Condini