Infortuni
Contusione
È la lesione di muscoli o di organi interni causata da un trauma provocata dall’azione violenta di un corpo contundente. La pelle, grazie alla sua elasticità, rimane intera, ma nei tessuti sottostanti si creano lacerazioni, rottura di vasi sanguinei e quindi ristagno di sangue (ematoma) o di linfa. La contusione infatti può complicarsi con la formazione di un ematoma, cioè con la raccolta circoscritta di sangue, fuoriuscito dai vasi, all’interno del tessuto che è stato colpito. Il dolore, più o meno forte, è sempre sordo, continuo, peggiorato notevolmente dalla palpazione; un eventuale formicolio indica che il trauma ha coinvolto il tronco nervoso. Generalmente la contusione guarisce senza postumi. Esistono diversi tipi di contusioni che si differenziano in base alla zona colpita e sono: cutanee, muscolari, tendinee, articolari e ossee.
Se la contusione è piuttosto forte e ha interessato gli organi del cranio, del torace o dell’addome, bisogna farla esaminare da un medico perché possono crearsi complicazioni anche gravi. Nel caso molto più frequente della classica "botta" non particolarmente estesa, all’inizio va applicato del freddo, ad esempio la classica borsa del ghiaccio o una pezzuola fredda, bagnata con acqua fresca, sostituita frequentemente; bloccata così la piccola emorragia, in un secondo tempo si può facilitare il riassorbimento e la guarigione dei tessuti con degli impacchi caldi. Quando ne vale la pena il medico può ordinare compresse o iniezioni che facilitano la guarigione.
Evitare di applicare oggetti caldi fin dall’inizio e massaggi.
Crampo
Il crampo è una contrazione involontaria intensa e violenta del muscolo che può essere causato da una fatica intensa e prolungata o dall’eccessiva quantità di sudore perso (2/3 litri); è dovuto ad un’alterazione del normale fluire del sangue nei tessuti muscolari. Di solito il crampo si avverte con una forte e dolorosa «stretta» al muscolo: la parte su cui agisce diventa inabile all’azione. Il dolore aumenta d’intensità e il muscolo assume rigidità che ne preclude l’utilizzo.
È opportuno comprimere e massaggiare il muscolo a patto che tali manovre diano sollievo all’infortunato; per poter ripristinare la normale situazione muscolare è utile posizionare la parte del corpo colpita in modo da assecondare la tendenza ad accorciarsi del muscolo stesso.
Evitare di massaggiare energicamente e di stirare il muscolo.
Distorsione
Si verifica quando un’articolazione subisce una lesione causata da un violento colpo, senza perdita di contatto tra i capi articolari. Le distorsioni sono più facilmente riscontrabili nell’adulto, per minore elasticità dei suoi legamenti rispetto a quelli del bambino. Si manifestano con dolore intenso e tumefazione, che aumenta progressivamente dopo il trauma; le possibilità di movimento diminuiscono anche a causa del dolore e dell’edema.
Occorre immobilizzare l’arto e applicare impacchi freddi. Nel caso si sospettino fratture ossee, è consigliabile trasportare l’infortunato (tenendo l’arto immobilizzato) al pronto soccorso. La mobilizzazione avverrà per gradi, la guarigione prevede tempi piuttosto lunghi.
Non massaggiare l’articolazione lesa e non praticare infiltrazioni anestetiche locali che, consentendo di proseguire il movimento, potrebbero causare danni ancor più gravi.
Lussazione
Quando le forze agiscono sulle superfici dei capi articolari e ne provocano la perdita di contatto permanente siamo in presenza di lussazioni (un capo articolare esce dal suo alloggiamento). Esse possono essere: complete o sublussazioni. Nel primo caso non rimangono punti di contatto, nel secondo ne rimane almeno uno. Si manifestano con tumefazione e dolore all’articolazione colpita, oltre che con deformazione e blocco dell’articolazione.
Occorre immobilizzare il soggetto nella posizione meno dolorosa e l’arto infortunato con l’aiuto di stecche e fasciature; il medico provvederà a riportare in sede l’articolazione lussata e alla successiva immobilizzazione. In alcune situazioni può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Evitare movimenti dell’arto, massaggi e tentativi di riposizionamento dell’articolazione.
Lesione meniscale
Una delle parti più soggette a traumi, specie in sport rapidi come il calcio o di carico articolare come lo sci, sono i menischi. Se sollecitate in modo inopportuno o eccessivo, o con rotazioni esagerate dovute a improvviso blocco del piede, tali delicate strutture si possono disinserire o possono presentare rottura longitudinale: si forma in questo caso un «occhiello» che s’incunea tra femore e tibia, determinando un blocco articolare e dolore. Talora può staccarsi un frammento (di solito «il corno» posteriore del menisco).
Raffreddare con ghiaccio l’arto leso per eliminare il gonfiore, immobilizzarlo con una fasciatura elastica, metterlo a riposo e tenerlo sollevato aspettando l’arrivo del medico. Dopo l’intervento e gli opportuni esami è necessario un semplice intervento chirurgico, in artroscopia, che permette l’asportazione delle parti rotte salvaguardando se possibile quelle non compromesse del menisco, per evitare processi di artrosi precoce.
Non muovere la parte lesa, non manipolarla, non applicare il caldo, che aumenterebbe il dolore.
- Frattura: consiste nella rottura di un osso per l’azione di una forza tale da non essere contrastata dall’osso stesso.
- Stiramento: è causato da lesioni limitate a poche fibre di un muscolo. Lo strappo è invece la lesione localizzata a causa di un’eccessiva tensione muscolare con conseguente rottura della fibra.
- Ferita: si può definire come un taglio, un’apertura in qualsiasi parte del corpo provocata da un agente meccanico. Altri infortuni coinvolgono la milza e il fegato. Il «mal di fegato» è un acuto dolore al fianco destro che si manifesta in individui che non hanno un adeguato allenamento alla corsa. Il «mal di milza» si avverte con una fitta al fianco sinistro in seguito ad una corsa; è dovuto alla carenza di ossigeno.