EDUSPORT EDUSPORT
Il portale dedicato all'apprendimento dell'educazione fisica
EDUSPORT
Il portale dedicato all'apprendimento dell'educazione fisica
EDUSPORT

Imparo sul Web

Per accedere inserisci username e password

Se non sei registrato scopri cos'è ImparosulWeb la proposta di risorse digitali Loescher.

Se sai già cos'è ImparosulWeb puoi procedere direttamente alla registrazione tramite il seguente collegamento:
Registrati
indietro
Materiale Didattico

Violenze verbali sugli spalti, il coach perde a tavolino


I genitori che accompagnano i propri figli alle partite della domenica rappresentano troppo spesso il cattivo esempio della vicenda. A Carpenedolo, paese della Bassa Bresciana, a metà strada con Mantova, palestra della scuola media di via Dante gremita in ogni ordine di posti per la partita del campionato Under 13 di basket maschile, girone “Bronze” Brescia 3, niente di nuovo: si sfidano l’Amico Basket Carpenedolo e la Negrini Pallacanestro Quintello 1996, ambizioni di classifica praticamente nulle,mai ragazzi sono entusiasti come sempre.

Anche l'arbitro è un coetaneo, 14 anni. Eppure, la normalità della bruttezza dello sport non conosce confini, età, scenari: primi fischi, primi insulti, provenienti da quei genitori di figli "fuoriclasse incompresi", imbruttiti dal grigiore della vita, tristi, arrabbiati per altri mille motivi e che si sfogano vomitando parolacce ad un arbitro bambino. 

Anche i ragazzini in campo, condizionati dal clima sulle tribune, si innervosiscono: la partita è sempre più difficoltosa da dirigere, aumentano le scorrettezze in modo proporzionale alle proteste del pubblico. La tensione è alle stelle e alla fine del terzo quarto, con la sua squadra avanti di 10 punti, Marco Giazzi, l’allenatore dell’Amico Basket si avvicina alla tribuna e implora «Ma vi rendete conto di che cosa sta succedendo? Noi qui in campo stiamo giocando a basket tutti insieme, ci lasciate fare ciò che ci piace in santa pace? Potreste per cortesia smettere di insultarci?», ottenendo per tutta risposta un «vergognati deficiente, non devi dire a noi quello che dobbiamo fare, e poi la tua squadra non gioca a basket ma a rugby».

A quel punto Giazzi, oltre che essere l’allenatore fa anche l'arbirtro a livelli più alti, va dal piccolo collega e annuncia: «Ritiro la squadra.E chiederemo di perdere 0-20 a tavolino per abbandono del campo. Grazie per averci arbitrato e scusa per il comportamento dei genitori in tribuna».

Così il tecnico, il cui post su Facebook ha riceveuto un'eco straordinaria: «Bisogna lanciare un segnale. Sinceramente l’ho fatto quasi in maniera involontaria perché non pensavo che il mio post avrebbe avuto questa eco. Intendevo dare una lezione di vita, prima che di gioco, ai miei ragazzi; ho chiesto loro se si stessero divertendo a giocare in quel clima, mi hanno detto di no. Così non ci ho pensato una volta in più. Negli spogliatoi ho spiegato il perché di quella decisione e loro hanno capito perché hanno fiducia in me e a quell’età, ovviamente, vincere o perdere è l’ultimo dei problemi».

Il racconto di Giazzi è arrivato sul tavolo del presidente della Fip, Gianni Petrucci che ha dichiarato. «Ho chiesto alla procura federale di aprire un’inchiesta per accertare come siano andate le cose. Mi limito a dire che i gesti di buon senso e l’educazione vanno difesi». 

Con la speranza nelle tribune di palazzetti, campi di calcio, palestre, buon senso ed educazione tornino a rappresentare una regola e non la sporadica eccezione.


Ti potrebbero interessare anche


Su questo sito usiamo i cookie. Se continui a navigare, lo fai secondo le regole spiegate qui. Altrimenti puoi consultare le preferenze sui cookie e decidere quali attivare.

Personalizza Cookie

Cookie tecnici sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questi cookie garantiscono le funzionalità di base e le caratteristiche di sicurezza del sito web.

Sempre attivi


Cookie statistici ci aiutano a capire come gli utenti interagiscono con i siti web Loescher, raccogliendo dati di navigazione in forma aggregata e anonima.

Cookie per pubblicità mirata, possono essere impostati tramite il nostro sito dai nostri partner pubblicitari. Possono essere utilizzati da queste aziende per costruire un profilo dei tuoi interessi e mostrarti annunci pertinenti su altri siti. Non memorizzano direttamente informazioni personali, ma sono basati unicamente sull'individuazione del tuo browser e del tuo dispositivo internet. Se non si accettano questi cookie, riceverai una pubblicità meno mirata.