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Materiale Didattico

Tiro istintivo con l'arco tradizionale


 

Tirare con l’arco è un gesto antico risalente all’alba dell’uomo, un archetipo comune a tutta l’umanità. Pensiamo alle scene di caccia dei graffiti nelle grotte, agli archi da guerra riprodotti su arazzi e vasellami o agli arcieri dell’esercito di terracotta. Chi non conosce l’epica sfida di Ulisse o le gesta leggendarie di Robin Hood? Per questo motivo parlare di arco è un po’ come parlare di noi stessi, di un amico di famiglia. Date ad un bambino un arco e vedrete con quale naturalezza lo tenderà verso un bersaglio immaginario. 

 
 

Breve storia dell’arceria

 

Il tiro con l’arco venne riconosciuto come disciplina olimpica nel 1908, ma il tiro istintivo con l’arco tradizionale è un metodo che affonda le radici nella tradizione degli indiani d’America. 

 

L’uomo simbolo del tiro tradizionale è Ishi, l’ultimo indiano della tribù Yana in California, che entrò in contatto con gli uomini “moderni” ai quali insegnò a tirare e a costruire gli archi. Un arciere eccezionale fuHoward Hill, riconosciuto per i suoi tiri spettacolari immortalati in film-documentari. John Schulz costruttore di long-bow e abile arciere, iniziò all’arte toxofila Jean-Marie Coche. Egli è il precursore del tiro istintivo fluido educato, con la respirazione diaframmatica. Nel 1982 Coche fondò in Francia la scuola di tiro “La Voie Médiane” (la via di mezzo) che includeva anche l’insegnamento della fabbricazione degli archi tradizionali. In Italia il metodo Coche è insegnato da Giovenale Botta, presidente della società sportiva Arcieri del Nibbio di Torinola quale è affiliata alla FIARC Federazione Italiana Arcieri di Campagna.

 
 

Il tiro istintivo

 

Franca Santagiuliana, arciera e allieva di Giovenale Botta lo definisce così: “Noi arcieri istintivi tiriamo con entrambi gli occhi aperti, utilizzando degli archi di legno senza il mirino. Le nostre gare si svolgono nei boschi. È una disciplina sportiva praticata in tutto il mondo e in Italia siamo presenti quasi in ogni regione. Il calendario di gare è così fitto che si potrebbe tirare ogni domenica.

 

Osserviamo da vicino un arciere istintivo

 

il suo abbigliamento è apparentemente casual. In mano impugna l’arco tradizionale che varia di dimensione e di potenza, perché deve essere adatto al fisico di chi lo usa. Al fianco o in spalla sfoggia un’ampia faretra dove si annidano fasci di frecce piumate, coloratissime. 

 

L’arciere istintivo è un mammifero socievole, ama muoversi in gruppo. Sul percorso di gara sale su gradini fangosi, attraversa ruscelli, si aggrappa a corde e s’inginocchia per evitare i rami bassi. 

 

Un arciere gareggia prima di tutto con se stesso, ma non disdegna salire sul podio, soprattutto se il premio consiste in un cesto di prelibatezze.

 

L’Agonismo è ben rappresentato: Igor Piantoni ad esempio, è un istruttore federale che pratica il tiro istintivo sin da bambino, è pluri-campione italiano ed europeo. Tra le donne citiamo Francesca Capretta, un’arciera toscana, campionessa in carica per la categoria ricurvo. 

 

Quest’anno ad agosto si sono svolti i campionati italiani FIARC in Piemonte sul Lago d’Orta.  A maggio in Austria, per una settimana, si sono svolti i campionati europei IFAA (International Field Archery Association). Nel 2011 si svolgeranno i mondiali in Australia.”

 
 

Il metodo Coche

 

Lo chiediamo a Giovenale Botta,  che ha iniziato a tirare a 25 anni con l’arco olimpico. Allievo di Jean - Marie Coche ha ottenuto il diploma che lo abilita all’insegnamento del suo metodo: «Nel  tiro istintivo si ha una visione ampia del bersaglio che è posto a distanze sconosciute. Osservando lo spazio tra noi ed il bersaglio impareremo a guidare il gesto verso l’obiettivo. 

 
 

Occorre allenamento, costanza e impegno per raggiungere dei buoni risultati, ma nel tiro con l’arco anche un principiante può fare centro! La difficoltà è essere costanti.

 

Per colpire il bersaglio senza il mirino, occorre liberare l’istinto. Il metodo che insegno fa emergere la parte istintiva che è celata nel profondo della nostra memoria. Il nostro cervello ha ereditato il ricordo del gesto corretto per tendere l’arco, ma deve essere aiutato ad emergere.Solo così il gesto risulterà fluido e preciso. Per essere un buon arciere non basta però seguire il proprio istinto, occorre disciplina, costanza, umiltà per ottenere dei risultati e mantenerli. Per questo motivo Coche lo chiamava "tiro istintivo educato". La componente mentale gioca un ruolo determinante in ogni fase del tiro, la concentrazione deve essere mantenuta costantemente; pertanto, insieme ad una  gestualità ritmica e fluida, entra in scena la respirazione diaframmatica, che viene utilizzata soprattutto nel momento di massimo sforzo (espirando l’aria dalla bocca quando si tende l’arco) per poi liberare l’energia accumulata in un soffio, nell’attimo in cui la freccia viene scoccata.

 
 

Questo metodo è l'unico in occidente a utilizzare la respirazione diaframmatica applicata al tiro con l’arco.

 
 

Posso affermare che l’allievo dopo 5 lezioni è già in grado di eseguire il tiro correttamente, affinandolo con l’allenamento. Un ulteriore vantaggio dato dal metodo è il mantenimento del proprio stato di benessere fisico e mentale.

 
 

L’arco può essere un valido strumento per combattere lo stress. La respirazione diaframmatica unita al tiro con l’arco si abbina allameditazione».

 
 

Gli archi tradizionali.

 

Durante il corso si tira con l’arco scuola, perché il libraggio è adatto all’allievo che usa i muscoli del braccio per tenderlo, mentre l’azione corretta di tiro prevede l’utilizzo dei muscoli dorsali, riducendo la fatica e il rischio di traumi. In genere l’arco ricurvo è il più richiesto, ma la scelta è molto soggettiva, perché si basa sul gusto personale oltre che da fattori economici o pratici. Vi sono tre tipi di archi tradizionali: Long - bow, Ricurvo e Arco storico.

 
 

Il LONG - BOW o “Arco lungo di tradizione inglese” (ad esempio quello di Robin Hood) si riconosce subito quando è senza corda perché è simile ad un bastone. Sono consigliate le frecce di legno.

 
 

Il RICURVO detto anche take-down è un arco di legno e fibra, smontabile (2 flettenti e il riser). Le frecce possono essere in legno, alluminio o carbonio.

 
 

L'ARCO STORICO  è esclusivamente in legno, ricavato da un unico pezzo d’albero. Abili artigiani riproducono fedelmente copie degli archi antichi.

 
 

Uno sport per tutti

 

Questa è un’attività sportiva adatta a tutte le età perché è educativa e riabilitativa del fisico e della mente. Si è riscontrato nei ragazzi in età scolare una maggiore capacità di concentrazione e di gestione dell’ansia. Alle persone che hanno subito traumi, questa attività ha ridato mobilità e tono al corpo, rilassamento profondo alla mente. I bambini attraverso la disciplina del tiro, acquisiscono anche valori come l'amore e il rispetto per la Natura, il rispetto delle regole (in questo caso sportive) socializzando e concentrandosi per il raggiungimento di un obiettivo comune. Per i bambini di età inferiore ai 7 anni è meglio prediligere il gioco alla competizione, con l’uso di archi giocattolo. Ai minorenni, fatte salve le norme di sicurezza valide in qualsiasi contesto, oltre all’educazione al tiro, deve essere dato spazio all’espressione della creatività, proponendo giochi di abilità su bersagli di fantasia, sia statici sia mobili.

 
 

Le gare


Vi sono diversi tipi di gara che prevedono bersagli mobili, tiri a tempo limitato o in ginocchio. Il percorso classico si snoda ad anello, ed è costituito da 24 postazioni di tiro chiamate piazzole. Ogni arciere viene assegnato ad una piazzola di partenza insieme ad altri 5 atleti. Nessuno conosce il tipo di bersaglio che incontrerà e a quale distanza si trovi (a secondo del tipo di gara varia da 0 a 55 metri). Quando tutti a turno avranno tirato, andranno insieme a segnare il punteggio, recuperare le frecce e proseguiranno lungo il sentiero per raggiungere la piazzola successiva. La somma dei punti di ogni piazzola determinerà la posizione in classifica. 

 

Nelle gare si utilizzano bersagli tridimensionali che riproducono gli animali a grandezza naturale, con ambientazioni suggestive. A volte capita di restare incantati davanti ad un laghetto dove si abbeverano dei daini e ci si attarda a fotografarli, anche se sono finti!

 

Gli arcieri sono rispettosi dell’ambiente, svolgendo anche attività di manutenzione e pulizia a tutela del territorio.

 
 

Dove e quando tirare con l’arco.

 

Per tirare con l’arco occorre iscriversi ad una Società sportiva. Arcieri del Nibbio ha la sede a Torino e organizza corsi di tiro istintivo con archi tradizionali tutto l’anno, sia a Torino che in provincia.

 
 

Per conoscere il calendario dei corsi e gli eventi leggete le News che compaiono sulla home page del sito:www.arcieridelnibbio.com

 
 

Per sapere dove si trova la Società più vicina a casa vostra, visitate il sito della FIARC: www.fiarc.it

 
 

Franca Santagiuliana
Torino, 27 novembre 2010

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