Rugby, un film con i detenuti della Bozza
A Firenze dal 25 novembre al 2 dicembre non bisogna perdersi La prima meta, film-documentario su rugby, amicizia e sofferenza. Perché i protagonisti sono giocatori di rugby che faticano duro anche fuori dagli allenamenti: sono i detenuti del carcere bolognese della Bozza.
La regista Enza Negroni ha spiegato che per i suoi ‘attori’ è centrale la diversità dei tempi fuori e dentro il campo. Quando si allenano, tutto scorre velocemente, addirittura in modo convulso. Durante la vita in carcere, invece, le ore non passano così facilmente. Certo, tra leggere e cucinare si impiega intelligentemente il tempo.
Ma tutto cambia quando, una volta ogni due fine settimana, il carcere si ‘apre’ ad ospitare la squadra avversaria. E parliamo della serie C2, quindi nulla è scontato in questi incontri.
Il regista, stesso, Massimo Zancuoghi, subito ‘Max’ per i suoi attori, si è lasciato coinvolgere del tutto dall’esperienza. Dice che ha cominciato a guardare le cose in modo diverso. E detto da un regista, vorrà pur dire qualcosa.
Quanto alla squadra, essa è composta dalla maggior parte dei detenuti del carcere desiderosi di fare bene con il loro corpo (e il fisico li aiuta in partenza) e di crescere sul piano comportamentale delle amicizie. Devono, infatti, accettare un codice di comportamento etico per rispettarsi tra di loro – e così costruire veramente una squadra.
Sono loro la Giallo Bozza e chi andrà a vedere il film-documentario al festival dei popoli potrà entrare, almeno per qualche ora, in una realtà immaginata (sì, è pur sempre un film), ma in fondo profondamente vissuta.
[Andrea Bianchi]