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Materiale Didattico

Record cancellati con un tratto di penna


Pietro Mennea corse 200 metri in 19”72 il 12 settembre 1979 alle Universiadi Città del Messico. Oggi qualunque ragazzino conosce questo italiano bianco che vinse in una specialità già allora dominata da atleti di colore. Il record di Mennea durò per diciassette anni, per essere poi sostituito alle Olimpiadi di Atlanta 1996 da Michael Johnson: sostituito, non destituito. Cosa che vorrebbero fare, al contrario, ai gradi alti delle federazioni internazionali: L’idea è semplice e fastidiosa per il record di Mennea, come di molti altri campioni.

Secondo i nuovi parametri, è stato ventilato che l'atleta dovrà essere sottoposto a un numero concordato di test antidoping nei mesi precedenti alla prestazione e – in seguito – questi test andranno ripetuti nei 10 anni successivi al record. Chiaro che se si sente l’urgenza di un controllo così stretto, non tutti siano in pace con la propria coscienza.

Sentiamo, ad ogni modo, le ragioni della proposta con le parole del norvegese Svein Arne Hansen, presidente della Associazione Atletica Europea: «È una soluzione radicale, ma gli amanti dell'atletica sono stanchi di avere dei dubbi sui nostri record. Abbiamo bisogno di un'azione decisiva per ristabilire credibilità e fiducia». Dello stesso avviso anche il numero uno dell'atletica mondiale, Sebastian Coe: «Vogliamo sottolineare che abbiamo messo in opera sistemi di lotta al doping più robusti ed efficaci rispetto a dieci o quindici anni fa. Ci saranno degli atleti, attualmente detentori dei record, che penseranno che la storia che riscriveremo li priverà di qualcosa, ma è un passo nella giusta direzione e, se verrà fatto in maniera strutturata, avremo una buona possibilità di ritrovare la credibilità di cui abbiamo bisogno».

Cosa dicono i diretti interessati, invece, è facilmente immaginabile. Valgano le parole garbate ma allarmanti dell’inglese Paula Radcliffe, primatista mondiale della maratona femminile: «Sono proposte codarde che mi feriscono. Cose che danneggiano la mia reputazione e la mia dignità oltre a confondere il pubblico».

Nella pratica, se i record venissero cancellati, finirebbero in apposite liste all-time. Come dire: non danniamo la vostra memoria, ma vi mettiamo in una via di mezzo tra il lazzaretto e il camposanto fuori porta.

[Andrea Bianchi]

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