Nike pronta a portare sotto le due ore la maratona
Il progetto di Nike, chiamato “Breaking2” si propone non solo di infrangere il record mondiale, ottenuto a Berlino due anni fa dal keniano Denis Kimetto (2h02'57"), ma di scendere sotto le fatidiche 2 ore. Un traguardo che appare alla maggior parte degli addetti ai lavori (tra cui esperti preparatori atletici) sinceramente utopistico.
Ma ancora più forte è la voglia di rivalsa della Nike: sono ancora molto forti i dubbi sui metodi del suo atleta-simbolo Alberto Salazar, ora allenatore dell’amletico Mo Farah. Un record sensazionale come quello della maratona servirebbe a ridare lustro al marchio dell’Oregon che recentemente sembra essersi lievemente appannato e che non può permettersi momenti di stanca.
Che si tratti più di marketing che di sport vero e proprio, lo conferma la notizia secondo cui il diretto concorrente di Nike, Adidas (per la quale corre l’attuale record-man Kimetto), abbia fatto volutamente trapelare qualche indiscrezione all “Wall Street Journal: ha infatti reso noto che un importante, nuovo modello di scarpa è stato concepito per tenere il passo con la concorrenza in questa lotta contro i tre minuti.
In realtà la maggior parte degli esperti di questa specialità olimpica si dicono scettici sull’obiettivo di Nike (e di Adidas). Un noto fisiologo, Ross Tucker, sostiene che per il raggiungimento di questi risultati occorrano ancora 15 anni. Anche i team di ricerca non riescono ad ottenere dei risultati soddisfacenti: all’università di Brighton, ad esempio, il progetto Sub2project necessita di almeno 5 anni per comporre fisicamente una squadra che, allenata, possa scendere sotto la soglia delle due ore. Lo stesso Mike Joyner, che nel 1986 aveva elaborato un modello di maratoneta ideale indagando sui parametri della soglia del lattato, sull'economia della corsa e sulla capacità polmonare, lo scorso anno ha rimesso le mani al suo studio aggiungendo una data possibile per la realizzazione del sogno: un giorno tra il 2025 e il 2030.
Pur senza sconodare le stime scientifiche più pessimistiche che fissano l'appuntamento al 2075 (e non mancano gli esperti che escludono tout court la possibilità per l'uomo di scendere sotto la fatidica soglia), è davvero difficile immaginare un'accelerazione in un solo colpo di quasi tre minuti. Si tratterebbe di un miglioramento secco del 2,5% e in maratona certi risultati non si sono mai visti.
Ma la realtà, lo sappiamo, è più forte di tutto e può superare, forse persino travolgendole, tutte le aspettative. Vedremo se i colossi industriali riusciranno anche a far selezionare un percorso il più lineare possibile (e magari anche con numerosi tratti in discesa!), al fine di non omologare il cronometro.