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Materiale Didattico

Muoversi nell'acqua 2: la pallanuoto


[Muoversi nell'acqua 1: in piscina e al mare]

Quando le corsie e le mattonelle sul fondo della piscina sono anche troppo ripetitive e monotone ma l’ambiente continua ad ogni modo a piacere, la soluzione è cambiare disciplina. La piscina, come la palestra, può dare infiniti spunti da poter seguire e per poterne usufruire basta emergere dalle acque e guardarsi intorno. Ad esempio, rivolgendo l’attenzione all’angolo più remoto della piscina, dove vengono accatastate tavolette o salsicciotti galleggianti, si può notare che lì accanto ci sarà una gabbia a maglie fitte con all’interno palloni di varia grandezza e peso. A cosa serviranno mai?

Pallanuoto è la risposta
Pallanuoto: di questo sport magari se ne è sentito parlare alla televisione quando effettivamente la squadra nazionale vince una qualche medaglia importante, ma in realtà è uno sport molto praticato e presente in ogni comune provvisto di piscina. È uno sport che migliora tutti gli stili di nuoto, anche se non li perfeziona all’estremo come spetta invece al nuoto agonistico, e, soprattutto, allena l’individuo a risolvere questioni di squadra e di gioco il meglio possibile e nel minor tempo possibile.

Acquagoal: sinolo di acqua, palla e compagni
La socializzazione è alla base di tutto, infatti la pallanuoto si regge su solide basi: l’armonia tra giocatori (come ogni sport che prevede una competizione con delle squadre contrapposte). È per questo che è consigliabile fin dalla prima adolescenza cominciare ad approcciarsi a questa disciplina. L’età giusta per iniziare infatti è quella che va dai 9 agli 11 anni. Il bambino così piccolo, che ha bisogno essenzialmente di compagnia e divertimento, non deve essere sottoposto ad inutili competizioni e carichi di lavoro, ecco perché la pallanuoto, in questo periodo, si adatta alle esigenze dei piccoli giocatori. Questa propedeutica alla pallanuoto prende il nome di Acquagoal. Già il nome è immediato e, quindi, sin da subito si capisce che la pallanuoto in questo periodo iniziale è solamente il sinolo di acqua, palla e compagni.
Il regolamento è semplificato ai massimi livelli, i giocatori non sono sette come nella pallanuoto professionale, bensì cinque, con la possibilità di cambiare ruolo durante la partita. Infatti, l’esperienza di segnare un goal o di pararne uno, non deve essere negata a nessuno.
Gli allenamenti, proprio per non stressare il campione in erba, sono due/tre la settimana, ognuno dei quali di durata intorno le due ore.
Le due ore sono impiegate per un riscaldamento libero, per alcuni scatti di una decina di metri, che rendono il corpo pronto ai riflessi di gioco, e soprattutto, l’allenamento sarà dedicato a palleggi e giochi d’abilità con la palla. Per familiarizzare con la palla, che sarà la migliore amica e al tempo stesso l’ostacolo più grande per un giocatore, ci vuole molto tempo e molta determinazione. Ogni giocatore nella sua carriera ha dedicato molto tempo al perfezionamento delle tecniche di galleggiamento, che saranno utili per alzarsi a metà busto e tirare in porta. Lo stile che è alla base della pallanuoto si chiama “Bicicletta” e consiste nella sincronia delle gambe. È lo stesso stile fondamentale che viene praticato anche dalle atlete di sincronizzato: consiste nell’alternare le due gambe, muovendo la destra in senso antiorario e la sinistra in senso orario.

Crescere insieme allo sport
Dopo questo primo approccio, il ragazzino in piena adolescenza avrà bisogno di sentirsi soddisfatto del lavoro svolto durante le lunghe settimane. Mentre per i bambini dell’Acquagoal sono organizzati concentramenti più o meno numerosi con al termine sempre un’assegnazione di qualche gadget, per i piccoli Under13 (è questo il nome della loro categoria riconosciuta dalla FIN - Federazione Italiana Nuoto -), ogni regione organizza un proprio girone regionale proponendo calendari e classifiche. Fino ai 13 anni maschi e femmine giocano insieme e solamente quando entreranno a far parte della squadra Under15 dovranno essere separati.
Già nell’Under13 il numero dei giocatori ha raggiunto il numero sette e, soprattutto, già fa utilizzo delle porte regolamentari della pallanuoto professionale. L’unica differenza che ancora li separa dall’Under15 è il tempo di gioco, ma, in particolar modo, l’assenza dei 30secondi a bordo vasca. I 30secondi saranno inseriti dall’Under15 in poi e scandiscono la durata massima di un’azione offensiva. A seguito troviamo l’Under17, l’Under19 femminile e l’Under20 maschile.
Rispetto all’attività ludica dell’Acquagoal gradualmente gli allenamenti si intensificano. Una squadra dall’Under15 in poi, passato il campionato regionale, può accede a quarti, semi e finali per la vincita dello scudetto giovanile.

Lavora bene chi lavora duro
Il giocatore, passata la fase giovanile, può aspirare alla massima serie, ovvero l’A1, o, altrimenti, alle serie A2, B, C o D. A2, B, C e D non sono un unico campionato nazionale, bensì regionali o, al massimo, bi/triregionali.
Naturalmente, raggiunte le massime serie, gli allenamenti possono essere di due ore (se non di più), due volte al giorno, ma, di solito, per la maggior parte dei casi, le ore settimanali (escluse le partite) superano le 10 ore. Gli allenamenti si possono articolare sia in acqua che in palestra. In palestra per potenziare i muscoli che così possono imprimere più forza nelle azioni di gioco, in acqua per resistere e prendere dimestichezza alle differenti situazioni durante una partita (oltre alla classica serie di nuoto che serve per il fiato, come fanno i nuotatori professionisti).

Il nuovo profilo natatorio della pallanuoto
Alla pallanuoto si deve la creazione di nuovi stili di nuoto, infatti, oltre alla “Bicicletta”, si possono notare altri due stili caratteristici: il nuoto a testa alta e lo stile con il movimento delle gambe a forbice (Trudgeon), oltre alla Bicicletta.

La nuotata a testa alta:
La nuotata a testa alta non è che l’evoluzione del Crawl, infatti i giocatori sono costretti a seguire il movimento della palla e l’azione in generale, quindi, la testa deve stare ben sopra il pelo dell’acqua. Le bracciate per permettere questo sono più veloci e la schiena ben inarcata.
Il Trudgeon:
Il Trudgeon permette la ripartenza dalla posizione verticale del giocatore o semplicemente consente alla persona di potersi muovere con una/due “sforbiciate” per uno/due metri. Il Trudgeon è l’unione dello stile rana e della nuotata a testa alta, infatti le gambe hanno lo stesso movimento simmetrico col piede a martello della rana, ma le braccia si muovono come nel Crawl.

Pallanuoto in sintesi
Adatta a tutti, imprevedibile e assolutamente utile all'individuo, questa disciplina è definito così da Paolo De Crescenzo: «Affascinante, dura, leale, sommersa». 

 

Articolo a cura di Gemma Scali

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