Lo Sport al servizio dell'Umanità
Lo sport invade Città del Vaticano in occasione della prima Conferenza mondiale su sport e fede promossa dalla Chiesa d'intesa con le Nazioni Unite. Papa Francesco ha ospitato il Presidente dell'Onu Ban Ki-moon, e gli spunti di riflessione derivati dall'incontro non sono mancati.
L'incontro, intitolato «Sport at the Service of Humanity», lo sport al servizio dell’umanità, si è svolto nel pomeriggio dello scorso 5 ottobre nell’aula Paolo VI ed è stato arricchito dalla presenza di molti sportivi di diversi paesi del Mondo, compresi campioni olimpici e paraolimpici e esponenti di varie religioni, a partire dal primate anglicano Justin Welby.
Il calcio di inizio della cerimonia è stato dato dal calciatore Alex del Piero, che poi, insieme ad altri cinque noti atleti, ha enunciato sei «principi» dello sport: compassione, rispetto, amore, ispirazione, equilibrio e gioia. Presente tra gli sportivi Paulo Logoro, in gara a Rio 2016 con il tema olimpico dei rifugiati. Ad arricchire la cerimonia, condotta da Lorena Bianchetti, due esibizioni musicali del pianista Lang Lang e la soprano Carmen Giannattasio. Presente in prima fila, tra gli altri, il sindaco di Roma Virginia Raggi, che ha stretto la mano al Papa al suo arrivo in aula Nervi.
Come sempre molto coinvolgente il discorso del Pontefice, che ha elogiato i meriti dello sport e i pericoli che derivano dalle sue deviazioni negative: «Lo sport è un’attività umana di grande valore, capace di arricchire la vita delle persone, di cui possono fruire e gioire uomini e donne di ogni nazione, etnia e appartenenza religiosa», ha detto il Papa, sottolineando l’attenzione dedicata nel mondo ai recenti Giochi Olimpici e Paralimpici, e non solo: «Il movimento paralimpico e altre associazioni sportive a sostegno delle persone con disabilità, come Special Olympics, hanno avuto un ruolo decisivo nell'aiutare il pubblico a riconoscere e ammirare le straordinarie prestazioni di atleti con diverse abilità e capacità».
«Lo sport non è riservato agli atleti di grandi prestazioni. C’è anche uno sport dilettantistico, amatoriale, ricreativo, non finalizzato alla competizione ma che consente a tutti di migliorare la salute e il benessere, di imparare a lavorare in squadra, a saper vincere e anche a saper perdere. Per questo è importante che tutti possano partecipare alle attività sportive, e sono contento che al centro della vostra attenzione in questi giorni ci sia l’impegno per assicurare che lo sport diventi sempre più inclusivo e che i suoi benefici siano veramente accessibili a tutti».
Proprio perché lo sport fa parte della vita di tutti, ha continuato il Papa, «è necessario salvaguardarlo dalle manipolazioni e dallo sfruttamento commerciale», perché sarebbe triste «per lo sport e per l’umanità» se «il cinismo e il disincanto prendessero il sopravvento sull’entusiasmo e sulla partecipazione gioiosa e disinteressata». «La sfida – ha concluso – è quella di mantenere la genuinità dello sport, di proteggerlo dalle manipolazioni e dallo sfruttamento commerciale. Sarebbe triste, per lo sport e per l’umanità, se la gente non riuscisse più a confidare nella verità dei risultati sportivi, o se il cinismo e il disincanto prendessero il sopravvento sull’entusiasmo e sulla partecipazione gioiosa e disinteressata. Nello sport, come nella vita, è importante lottare per il risultato, ma giocare bene e con lealtà è ancora più importante. Non dobbiamo dimenticare quella bella parola che si dice del vero sport: sport amateur».
«Sport e fede, unite da una visione del mondo che sia fatta di pace, rispetto, amicizia e integrazione tra i popoli» è il messaggio portato dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon. Solo accennata l'amarezza per il destino della candidatura di Roma 2024, quando il presidente del Cio Thomas Bach, con al fianco Giovanni Malagò, ha rassicurato di non essere presente per dire qualcosa al Coni e al Presidente Malagò.
Solo poche ore dopo dal Campidoglio arriva l’ufficializzazione con la lettera di rinuncia inviata al Cio: la questione è chiusa.