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La IAAF sospende Schwazer, positive le controanalisi


La Iaaf, la federazione internazionale di atletica leggera, ha sospeso con effetto immediato il marciatore azzurro Alex Schwazer. L'altoatesino era risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato a inizio anno e reso noto le scorse settimane; ora le analisi del campione 'B' hanno confermato i risultati del campione 'A'. Schwazer era tornato alle gare a maggio, dopo aver scontato una squalifica di tre anni e mezzo sempre per doping. Il marciatore prova a difendersi a caldo: "Lotterò fino all'ultima possibilità per fare chiarezza su questa storia: voglio andare alle Olimpiadi di Rio per dare una risposta in gara perché sono pulito. Dopo la notizia della positività - dice all'Ansa - non ho mai smesso di allenarmi nonostante il dolore, la rabbia e l'amarezza che assorbono tutte le mie energie".

Appresa la notizia della sospensione di Schwazer, il suo legale Gerhard Brandstaetter, ha subito annunciato: "Cercheremo immediatamente di impugnare la sospensione, probabilmente già lunedì". "A questo punto reagiremo immediatamente - dice l'avvocato Brandstaetter - E' triste vedere come la Iaaf abbia sospeso immediatamente Schwazer, senza riconoscere in alcun modo i passi che erano già stati fatti". "Abbiamo in mano la prova che non si tratta di doping - ha aggiunto il legale - e che nella condotta di Schwazer tutto è stato regolare. C'è stato un intervento esterno sul prelievo, è evidente, già nel mese di maggio e ciò è estremamente grave". "Ora ricorreremo contro la sospensiva con l'auspicio che si arrivi in tempo a stabilire la verità", ha concluso l'avvocato.

"Non avevamo il minimo dubbio della conferma delle prime analisi perché crediamo nel laboratorio di Colonia, ma questo non conta nulla perché si tratta di una positività costruita a tavolino in maniera ributtante. Alex Schwazer è un'atleta pulito vittima di un vile agguato". A sostenerlo è Sandro Donati, l'allenatore del marciatore altoatesino, una volta appresa la notizia della conferma della positività al testosterone del marciatore azzurro in merito ad un controllo fuori competizione effettuato nel gennaio scorso.

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Nonostante la denuncia contro ignoti presentata dall’avvocato Gerhard Brandstaetter, legale del marciatore, alla procura della Repubblica di Bolzano, e nella memoria che sarà consegnata alla Iaaf il 28 giugno, l’ultimo step prima della sospensione di Schwazer, i dubbi sull'azzurro restano e forse non è un caso che la Federazione mondiale di atletica leggera (Iaaf) abbia respinto la richiesta dei legali di Alex Schwazer di anticipare la data delle controanalisi, avanzata dopo la scoperta della positività del marciatore ai test antidoping.

Dunque le analisi sul campione B saranno effettuate come inizialmente previsto, martedì 5 luglio, presso il laboratorio accreditato Wada a Colonia. Al momento delle controanalisi sarà presente un perito della difesa di Alex. Nel frattempo l'avvocato bolzanino Gerhard Brandstaetter è stato affiancato ad un collega specialista di diritto sportivo e vicende legate al doping.

La difesa invoca le tante anomalie relative ai controlli della prima provetta: sia per quanto concerne l'anonimato della stessa, che l'aspetto temporale. Il form che accompagna l'esame, infatti, oltre a riportatare la scritta "Racines, Italia" (doveva essere indicata solo la Nazione), indicava che la persona testata era "un maschio che gareggia su lunghe distanze, superiori a 3 chilometri". La Iaaf, inoltre, non avrebbe tempestivamente comunicato alla Federatletica italiana la positività del marciatore. Già il 13 maggio il responsabile del laboratorio di Colonia, Wilhelm Schaenzer, aveva comunicato al direttore antidoping della Iaaf, Thomas Capdeville, la positività. La notifica alla Fidal italiana è arrivata, però, oltre un mese dopo, nel tardo pomeriggio del 21 giugno.

Sulla decisione della Iaaf di non anticipare la data delle controanalisi, Alfio Giomi, presidente della Fidal, ha detto semplicemente: «Non so nulla. Devo dire che è una vicenda troppo complessa per esprimere qualsiasi parere, e ribadisco: oggi voglio parlare dell'atletica che viviamo tutti i giorni e che merita di essere seguita». Giomi ha preferito non commentare l'ipotesi di Gerhard Brandstaetter che alla base dei dati sballati potrebbe esserci stata una bistecca fiorentina consumata durante il cenone di Capodanno. L'ipotesi, assolutamente non più dimostrabile, non sarà tuttavia alla base della strategia difensiva per il marciatore altoatesino.

Cosa accadrà adesso? Riuscirà Alex a dimostrare la sua innocenza o, al contrario la sua carriera che sembrava risorta, sarà definitivamente annullata?

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