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L' alimentazione corretta: dieta e salute


Sin dai tempi antichi si è intuito, sia pure a livello empirico, che c’era un certo rapporto fra salute e alimentazione. Tuttavia solo alla fine del secolo scorso è stato provato che alcune malattie endemiche (cioè tipiche di un determinato territorio) dipendevano dalla mancanza di sostanze fino ad allora sconosciute, le vitamine o certi sali minerali. Lo scorbúto era dovuto alla carenza di vitamina C, assente negli alimenti conservati di cui si nutrivano i marinai; la pellagra (carenza di vitamina PP) era invece diffusa presso le popolazioni che si nutrivano quasi esclusivamente di polenta; il gozzo era endemico presso certe popolazioni di territori lontani dal mare.

Oggi, grazie ad accurati rilevamenti statistici, abbiamo il "quadro" della relazione fra salute e alimentazione nel mondo. Per certe malattie, in particolare per i tumori, finora sono state fatte solo ipotesi poiché, per giungere a conclusioni certe, le indagini dovranno essere condotte per decenni, su ampi campioni di popolazioni, annotando tipo di alimentazione e stili di vita.


Il cibo che ingeriamo più volte al giorno e per tutta la vita, se da una parte ci fornisce il nutrimento, dall’altra risulta avere effetti dannosi dovuti a errori alimentari o all’introduzione di sostanze che, a lungo andare, si rivelano nocive. Recenti ricerche hanno accertato che nei vegetali sono presenti sostanze tossiche, elaborate ed utilizzate dalle piante per difendersi da parassiti e insetti, e che noi introduciamo con gli alimenti. Allo stesso modo ingeriamo residui di sostanze tossiche impiegate nelle coltivazioni agricole - insetticidi, pesticidi, diserbanti - e additivi chimici usati durante la manipolazione industriale delle sostanze alimentari.

È ormai certo che alcune malattie sono in stretta relazione con la malnutrizione, in particolare quelle cardiovascolari e l’obesità che può essere causa, a sua volta, di varie patologie. La malnutrizione intesa come eccesso di cibo è tipica delle società industrializzate, nelle quali i consumi alimentari, oltre ad essere eccessivi, sono rivolti a cibi "ricchi": dolciumi, carne, burro e altri alimenti grassi, alcol. Per rendersene conto basta consultare le statistiche relative alla diffusione dell’obesità negli Stati Uniti e nel nostro Paese. Secondo recenti i dati del CENSIS (CENtro Studi Investimenti Sociali), almeno il 50% degli italiani è in sovrappeso, ed il 7% della popolazione di età superiore ai 18 anni è obeso.

 

Si accetta comunemente per certo il dato che 100 chilocalorie di più al giorno per un mese comportano la formazione di 330 grammi di grasso corporeo.
Se ciascuno di noi si rendesse conto dei rischi che gli squilibri alimentari comportano per la salute, malattie come il diabete, l’ipertensione, l’arteriosclerosi, l’osteoporosi, la calcolosi biliare, l’uricemia ed altre ancora potrebbero essere evitate, o almeno ridotte. Studi recenti hanno potuto stabilire che malnutrizione ed obesità sono certamente correlate con l’insorgere di alcuni tipi di tumore.

Di solito si pensa alla dieta solo come a un modo per dimagrire, per lo più attraverso obblighi, sacrifici e sofferenza; in realtà il concetto di dieta non dovrebbe essere associato solo a particolari momenti di necessità. Dieta dovrebbe significare invece equilibrio a tavola. Il primo obiettivo di qualsiasi dieta è lo stare bene, sentirsi in forma e di buon umore, senza sacrifici.

 

Anche la dieta dimagrante non sfugge a questa regola, se la ricerca della perdita di peso equivale alla ricerca di un equilibrio andato perduto. 
Nella dieta di tutti i giorni l’assunzione deve essere proporzionale al peso: 30 calorie per ogni chilo di peso corporeo se si conduce una vita sedentaria, 35 se si è attivi, 40 se si pratica sport con frequenti allenamenti o si svolge un lavoro pesante. Per cercare di evitare l’aumento del peso, fattore che risulta molto variabile da una persona all’altra e va determinato di situazione in situazione, occorre generalmente:

- Favorire il processo digestivo
- Evitare di sopprimere il «senso della fame» ogni qualvolta lo si avverte
- Assicurare un ricambio costante della quantità di acqua nell’organismo, bevendo almeno due litri al giorno
- Analizzare le proprie eventuali incompatibilità alimentari in sede specialistica.

Per definire un tipo di dieta personalizzata, può essere utile riconoscerci in uno di questi quattro modelli morfologici:

Tipo ipofisario (1200 calorie al giorno). Diffusamente grassoccio; nei giovani prevale la caratteristica di sviluppo ridotto e ritardo mestruale; tendenzialmente poco tonico, rosso in viso. Dieta consigliata: alimentazione mista, dosi ridotte
Tipo surrenalico (1500 calorie al giorno). Adipe a livello del torace, fianchi sottili, gambe magre e irsutismo. Dieta consigliata: a base di carne cucinata in modo semplice.
Tipo gonadico (1800-2000 calorie al giorno). Spalle strette, con fianchi e glutei grossi. Dieta consigliata: mediterranea, ipocalorica, disintossicante.
Tipo tiroideo (1800-2000 calorie al giorno). Magro, segaligno, mangia molto e non ingrassa. Dieta consigliata: tre pasti uguali al giorno, a base di carboidrati naturali, uovo, pollo e formaggio. 



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