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Materiale Didattico

In cammino (durante l’intervallo scolastico)


A ovest di Torino, in un contesto ambientale favorevole per apprezzare la natura open air, qualcuno ha avuto un’idea tanto semplice quanto brillante per migliorare il benessere psicofisico degli studenti alle medie: dieci minuti di passeggiata obbligatori durante l’intervallo (10.45-10.55).


Capita nelle scuole comunali di Buttigliera e Rosta, nei pressi di Rivoli ai piedi del monte Musiné. I 700 ragazzi fruitori dell’iniziativa hanno mostrato un apprezzamento unanime e sincero: inclusi quelli con disabilità, i quali se ne sono subito giovati per tirar fuori quell’entusiasmo motorio che accomuna tutti meglio di ogni altra cosa.


Il progetto è ricalcato sul piano educativo in vigore da tre anni a Stirling, in Scozia, a metà strada tra Edimburgo e Glasgow. Lì si percorre un miglio, a Buttigliera e Rosta l’equivalente in metri pari a 1600 m. La distanza si può coprire tranquillamente con un’andatura di poco inferiore al passo adulto di 3 m/s. Ma quel che importa è altro: il legame tra salute fisica e mentale. Certo il contesto campagnolo aiuta, ma cosa succederebbe se ogni classe delle medie italiane mettesse in pratica questa buona usanza del “miglio quotidiano”?


Il professore di italiano Franco Miglio (Buttigliera) ha espresso un giudizio molto chiaro al riguardo: «Cerchiamo di fare la passeggiata tutti i giorni, pure d’inverno. Anche perché quando ritornano sui banchi i ragazzi sono come ricaricati e riescono a concentrarsi decisamente meglio. Questo gesto di ogni giorno ci mette in contatto con la natura e migliora la socializzazione. E poi il contesto informale facilita il rapporto docenti-allievi: i ragazzi ci confidano delle cose che magari in classe non emergerebbero…».


Chi scrive ha fatto il percorso di studi (medie e superiori) in prossimità dei luoghi sede dell’iniziativa, e ricorda bene la positività dell’ambiente, coi colori intensi di campi e arbusti nel piccolo parco antistante la scuola. Si sa che questo non è la norma e che molto spesso il contesto urbano non lascia spazio ai voli dell’immaginazione nei ricordi. Però, se ricordi ci sono, vuol dire che la scuola era ben inserita nel contesto ambientale: e questo offriva agli allievi.

Le lezioni di educazione fisica all’aperto e quelle (poche in realtà) col professore di storia e filosofia – un tipo un po’ guru – che erano chiamate “al giardino di Epicuro”, sono state importanti per l’educazione a tutto tondo del ragazzino di allora.


[Andrea Bianchi]

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