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Materiale Didattico

Gianmarco Tamberi Campione vero!


 Faccia pulita, fisico atletico e aplomb che piace al pubblico, Gianmarco Tamberi, marchigiano classe 1992, è l’uomo dell’impresa, colui che riporta l’oro in casa azzurra dopo dodici anni di lunghissima attesa – prima di lui l’ultimo era stato Beppe Gibilisco, oro nell’asta a Parigi 2003- e che riporta in auge l’atletica leggere italiana.

Una gara al cardiopalma, una fra le più belle degli ultimi anni, un match che ha il sapore di una saga leggendaria dove l’eroe risale dal fondo per poi giungere al trionfo, al suo personale trionfo: Tamberi stravince infatti una gara che sembrava compromessa, dimostrando tutto il suo piglio agonistico e tutto il suo carisma da campione.

È notte fonda in Italia e all’Oregon Convention Center di Portland Tamberi, insieme all’altro italiano in gara Fassinotti, stanno disputando il loro Campionato mondiale di salto in alto indoor, ma stanno collezionando una serie di sbagli e imprecisioni, l’Italia è pronta a disperare del successo e a consolare i suoi campioni con la solita frase di rito “è stata una serata storta, la prossima volta andrà sicuramente meglio”; proprio quando tutto sembra ormai finito e la vittoria impossibile Tamberi comincia la sua rimonta, ridona speranza all’atletica leggera azzurra e rinasce dopo due errori a 2,29 che si pensava lo avrebbero affossato, passando da 2,33 della rimonta fino a giungere a 2,36 della vittoria: grinta, carattere, tecnica e bellezza sono le caratteristiche di quel salto, di quell’ultimo salto che Gimbo – così lo chiamano gli amici – compie insieme all’impresa. Il boato dello arena è enorme e la gioia è incontenibile, la gioia di Gimbo, quella del padre e coach Marco, quella del pubblico e quella dell’Italia intera, che vede in Gimbo una delle sue eccellenze.

Al nono posto invece si ferma il collega Fassinotti, arrendendosi al favorito Mutaz Barshim, campione del Qatar, che ben lontano dalla sua forma migliore esce di scena al quarto posto, a Eric Kynard, atleta statunitense classificatosi al terzo posto e a Robert Grabraz , bronzo olimpico e reduce da infortuni, felice del suo argento.

Dopo una serie di emozioni contrastanti, dopo ore in cui vittoria e sconfitta si sono fronteggiate in pista insieme alla speranza e all’amarezza, per Gimbo è giunto ora il momento della festa, è il momento dell’abbraccio col suo pubblico, il momento dell’ovazione, è il momento dell’orgoglio nazionale, il momento di sfoggiare il tricolore e dei mostrare al mondo di cose è capace l’Italia, ma soprattutto per il giovane marchigiano è il momento di risvegliarsi dal sogno per volare ancora più in alto, fino all’Olimpiade di Rio.

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