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Materiale Didattico

Estate, tra sole e sport


Fino a tutto il 1800 il sole non baciava i belli, ma i poveri: fin quando l’abbronzatura è stata simbolo dell’inferiorità sociale di chi lavorava all’aria aperta, nobili e borghesi hanno accuratamente evitato di esporre i loro corpi ai raggi del sole. 

Oggi il sole bacia tutti, ma non tutti allo stesso modo. Ai fini di un’esposizione ragionata sarebbe bene conoscere il proprio fototipo, cioè le caratteristiche della propria pelle: la tendenza alla comparsa di eritemi e scottature varia infatti a seconda del tipo di carnagione e tale fenomeno è costante per chi ha i capelli rossi e la carnagione lattea, frequente per i biondi dalla carnagione chiara e rara per i bruni dalla pelle olivastra. 


Bastano, in fondo, pochi accorgimenti e un po’ di buon senso per evitare i rischi, quali il veloce invecchiamento della pelle o il tumore cutaneo, connessi ad un’esposizione al sole non corretta: 

- usare un filtro solare, tenendo presente che il fattore di protezione, è un numero che indica, in maniera piuttosto approssimativa, di quante volte aumenta il periodo di esposizione senza conseguenze;

- ripetere l’operazione più volte nell’arco della permanenza al sole: sudorazione, vento, sabbia e acqua diminuiscono infatti l’efficacia del filtro;

abbronzarsi in modo graduale evitando di esporsi nelle ore più calde;

- evitare le “ricette della nonna” e le “creme fai da te” per la tintarella rapida: molte di esse si rivelano infatti degli “ustionanti”, più che degli abbronzanti. 


Un recente studio dedicato al tema dell’abbronzatura, specifica la tempistica ottimale relativa all’applicazione dei filtri: per garantire un assorbimento ottimale, la prima applicazione deve essere effettuata 20-30 minuti prima dell’esposizione, ripetendo l’operazione dopo una ventina di minuti (evitando quindi si attendere le 2-3 ore che molti prodotti consigliano - vantandosi di garantire una protezione duratura). Con questo procedimento si riduce del 20-40% la dose di ultravioletti assorbita. A patto, naturalmente, di avere usato un prodotto resistente all’acqua - che almeno garantiscono minore "volatilità".

L’Istituto Superiore della Sanità ha inoltre recentemente smentito alcuni dei luoghi comuni più frequenti sull’abbronzatura: “quelli che” credono che il sole del Centro-Nord sia meno aggressivo di quello meridionale si preparino a spalmarsi di creme protettive: ci si scotta a Torino come a Napoli; “quelli che” si preabbronzano con le lampade, illudendosi di evitare le scottature in spiaggia, sappiano che le lampade UVA stimolano soltanto la melanina superficiale e il loro effetto sulla pigmentazione curtanea è transitorio e quindi non tale da offrire una protezione efficace in occasione di una successiva esposizione al sole; “quelli che” credono che l’eritema sia lo scotto da pagare per abbronzarsi si consolino: con le creme protettive ci si abbronza ugualmente e il colorito dura più a lungo. 

Per chi, infine, saprà aspettare è in arrivo “l’ormone abbronzante”: un farmaco, per ora a livello sperimentale, che sintetizza un ormone simile a quello umano, la melatonina. I dati sperimentali parlano chiaro: 47% di scottature in meno, l’abbronzatura si mantiene fino a tre settimane, i tempi di esposizione necessaria per ottenere un’equivalente intensità di tintarella, sia con irradiazione naturale che con quella artificiale, diminuiscono del 50%.

Insomma, il sole non è cattivo, basta saperlo prendere per il verso giusto…

Allenarsi d’estate
È risaputo che l’estate favorisca in tutti noi la voglia di perdere i chili di troppo accumulati d’inverno; la bella stagione, del resto, favorisce attività fisiche (jogging, bicicletta, nuoto) che nei mesi invernali tendiamo purtroppo a non praticare. Se durante l’allenamento invernale è necessario coprirsi per non disperdere il calore, in primavera l’organismo deve smaltire più in fretta e meglio il calore che viene prodotto durante l’attività fisica.

 

Praticare sport sotto il sole dell’estate espone senza dubbio al rischio di "scottature" che, se per i più fortunati sono causa solo di semplici fastidi, per chi ha una cute più delicata possono dare lesioni dei capillari superficiali, secchezza della cute e rughe. Proteggersi dai raggi del sole in maniera adeguata, specialmente nelle fasi iniziali di attività all’aperto è dunque importantissimo. Anche l’alimentazione ha un ruolo fondamentale: oltre all’acqua, è consigliato aumentare il consumo di frutta e verdura(vitamine), mantenere un medio consumo di carboidrati, limitare quello di grassi, zuccheri e proteine. 

Un insufficiente ricambio d’aria associato a uno scarso apporto di liquidi può determinare una prolungata impossibilità dell’organismo di regolare la propria temperatura: in queste circostanze si verifica il colpo di calore. I sintomi sono simili a quelli dell’insolazione: malessere generale, mal di testa, nausea, febbre con sudorazione intensa, sete, vertigini, aumento della frequenza cardiaca, respiro affannoso. Per evitare questo tipo di problematiche d’estate è ovviamente preferibile praticare attività sportive all’aperto solo nelle ore serali o al mattino presto.

Sport estivi: calorie
Di seguito elenchiamo alcuni tra i gli sport più praticati d’estate con il relativo consumo di calorie. Si è ipotizzato che l’atleta pesi attorno ai 75 kg e che l’attività duri almeno 30 minuti, a livello medio, non agonistico.

  • Beach volley:  125 kcal
  • Camminata: 181 kcal
  • Canottaggio: 402 kcal
  • Ciclismo: 225 kcal
  • Corsa (8.5 km/h): 315 kcal
  • Ginnastica: 149 kcal
  • Golf: 190 kcal
  • Nuoto (dorso): 380 kcal
  • Nuoto (rana): 365 kcal
  • Nuoto (stile libero): 350 kcal 
  • Pallanuoto: 429 kcal 
  • Ping pong:  153 kcal
  • Remata: 235 kcal 
  • Tennis: 240 kcal
  • Windsurf: 158 kcal

 

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