Estate, tra sole e sport
Oggi il sole bacia tutti, ma non tutti allo stesso modo. Ai fini di un’esposizione ragionata sarebbe bene conoscere il proprio fototipo, cioè le caratteristiche della propria pelle: la tendenza alla comparsa di eritemi e scottature varia infatti a seconda del tipo di carnagione e tale fenomeno è costante per chi ha i capelli rossi e la carnagione lattea, frequente per i biondi dalla carnagione chiara e rara per i bruni dalla pelle olivastra.
Bastano, in fondo, pochi accorgimenti e un po’ di buon senso per evitare i rischi, quali il veloce invecchiamento della pelle o il tumore cutaneo, connessi ad un’esposizione al sole non corretta:
- usare un filtro solare, tenendo presente che il fattore di protezione, è un numero che indica, in maniera piuttosto approssimativa, di quante volte aumenta il periodo di esposizione senza conseguenze;
- ripetere l’operazione più volte nell’arco della permanenza al sole: sudorazione, vento, sabbia e acqua diminuiscono infatti l’efficacia del filtro;
- abbronzarsi in modo graduale evitando di esporsi nelle ore più calde;
- evitare le “ricette della nonna” e le “creme fai da te” per la tintarella rapida: molte di esse si rivelano infatti degli “ustionanti”, più che degli abbronzanti.
Un recente studio dedicato al tema dell’abbronzatura, specifica la tempistica ottimale relativa all’applicazione dei filtri: per garantire un assorbimento ottimale, la prima applicazione deve essere effettuata 20-30 minuti prima dell’esposizione, ripetendo l’operazione dopo una ventina di minuti (evitando quindi si attendere le 2-3 ore che molti prodotti consigliano - vantandosi di garantire una protezione duratura). Con questo procedimento si riduce del 20-40% la dose di ultravioletti assorbita. A patto, naturalmente, di avere usato un prodotto resistente all’acqua - che almeno garantiscono minore "volatilità".
L’Istituto Superiore della Sanità ha inoltre recentemente smentito alcuni dei luoghi comuni più frequenti sull’abbronzatura: “quelli che” credono che il sole del Centro-Nord sia meno aggressivo di quello meridionale si preparino a spalmarsi di creme protettive: ci si scotta a Torino come a Napoli; “quelli che” si preabbronzano con le lampade, illudendosi di evitare le scottature in spiaggia, sappiano che le lampade UVA stimolano soltanto la melanina superficiale e il loro effetto sulla pigmentazione curtanea è transitorio e quindi non tale da offrire una protezione efficace in occasione di una successiva esposizione al sole; “quelli che” credono che l’eritema sia lo scotto da pagare per abbronzarsi si consolino: con le creme protettive ci si abbronza ugualmente e il colorito dura più a lungo.
Per chi, infine, saprà aspettare è in arrivo “l’ormone abbronzante”: un farmaco, per ora a livello sperimentale, che sintetizza un ormone simile a quello umano, la melatonina. I dati sperimentali parlano chiaro: 47% di scottature in meno, l’abbronzatura si mantiene fino a tre settimane, i tempi di esposizione necessaria per ottenere un’equivalente intensità di tintarella, sia con irradiazione naturale che con quella artificiale, diminuiscono del 50%.
Insomma, il sole non è cattivo, basta saperlo prendere per il verso giusto…
Allenarsi d’estate
È risaputo che l’estate favorisca in tutti noi la voglia di perdere i chili di troppo accumulati d’inverno; la bella stagione, del resto, favorisce attività fisiche (jogging, bicicletta, nuoto) che nei mesi invernali tendiamo purtroppo a non praticare. Se durante l’allenamento invernale è necessario coprirsi per non disperdere il calore, in primavera l’organismo deve smaltire più in fretta e meglio il calore che viene prodotto durante l’attività fisica.
Praticare sport sotto il sole dell’estate espone senza dubbio al rischio di "scottature" che, se per i più fortunati sono causa solo di semplici fastidi, per chi ha una cute più delicata possono dare lesioni dei capillari superficiali, secchezza della cute e rughe. Proteggersi dai raggi del sole in maniera adeguata, specialmente nelle fasi iniziali di attività all’aperto è dunque importantissimo. Anche l’alimentazione ha un ruolo fondamentale: oltre all’acqua, è consigliato aumentare il consumo di frutta e verdura(vitamine), mantenere un medio consumo di carboidrati, limitare quello di grassi, zuccheri e proteine.
Un insufficiente ricambio d’aria associato a uno scarso apporto di liquidi può determinare una prolungata impossibilità dell’organismo di regolare la propria temperatura: in queste circostanze si verifica il colpo di calore. I sintomi sono simili a quelli dell’insolazione: malessere generale, mal di testa, nausea, febbre con sudorazione intensa, sete, vertigini, aumento della frequenza cardiaca, respiro affannoso. Per evitare questo tipo di problematiche d’estate è ovviamente preferibile praticare attività sportive all’aperto solo nelle ore serali o al mattino presto.
Sport estivi: calorie
Di seguito elenchiamo alcuni tra i gli sport più praticati d’estate con il relativo consumo di calorie. Si è ipotizzato che l’atleta pesi attorno ai 75 kg e che l’attività duri almeno 30 minuti, a livello medio, non agonistico.
- Beach volley: 125 kcal
- Camminata: 181 kcal
- Canottaggio: 402 kcal
- Ciclismo: 225 kcal
- Corsa (8.5 km/h): 315 kcal
- Ginnastica: 149 kcal
- Golf: 190 kcal
- Nuoto (dorso): 380 kcal
- Nuoto (rana): 365 kcal
- Nuoto (stile libero): 350 kcal
- Pallanuoto: 429 kcal
- Ping pong: 153 kcal
- Remata: 235 kcal
- Tennis: 240 kcal
- Windsurf: 158 kcal