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Coree, segnali di riavvicinamento in nome dei Giochi


Le Olimpiadi invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud, potrebbero rappresentare una preziosa e storica occasione per superare i conflitti tra le due Coree e fondare la pace? Ecco cosa è successo, ed ecco perché lo sport potrebbe aiutare a risolvere un conflitto ormai decennale.

L'ormai celebre e temibile leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, nel suo messaggio di inizio anno, non ha perso occasione di ricordare al mondo di avere sempre a portata di mano il "pulsante" per innescare l'arma nucleare in caso di attacco. Ma oltre alle consuete minacce, il dittatore ha soprendentemente espresso la speranza di una distensione dei rapporti tra le due Coree.

«Siamo pronti a prendere diversi passi, incluso l’invio di una delegazione ai Giochi olimpici invernali», ha annunciato il tiranno. Il giorno dopo è arrivata la replica di Seul: «Il governo – ha annunciato il ministro per la Riunificazione sudcoreano, Cho Myong-gyon – propone di tenere colloqui intergovernativi di alto livello tra il Sud ed il Nord il 9 gennaio nella Casa della pace di Panmunjon», il villaggio situato lungo la zona smilitarizzata tra le due Coree.

L'ipotesi della tregua olimpica affacciata da Kim Jong-un viene dunque raccolta dall'altra parte del trentottesimo parallelo. Il presidente Moon Jae-in invita i ministeri dell'Unificazione e dello Sport «a dare rapidamente seguito a misure per riavviare un dialogo Nord-Sud» sulla partecipazione della delegazione.

Dunque è il momento della diplomazia, in nome dello sport. Il tempo, però è davvero poco, anche se la "distensione" riguarda solo 2 atleti nordcoreani.

Si tratta di Ryom Tae-Ok e Kim Ju-Sik, che un mese fa si sono aggiudicati il pass per le gare a cinque cerchi nel pattinaggio artistico su ghiaccio. Il regime di Pyongyang non ha però avviato le pratiche per il rilascio dei documenti che permettano loro di varcare il confine tra le Coree. E ora, dopo la scadenza dei termini, si tratta di aprire una finestra del tutto eccezionale, che ovviamente rappresenterebbe simbolicamente un riavvicinamento storico.

La qualificazione dei due pattinatori sembra infatti rappresentare un fatto molto importante per la Corea del Nord. Il regime infatti, in un Paese allo stremo, ha investito molto tempo e denaro per far qualificare Ryom e Kim ai Giochi invernali. I pattinatori si sono allenati durante l’estate a Montreal con Bruno Marcotte, la cui moglie, Meagan Duhamel, è stata due volte campione del mondo nel pattinaggio artistico di coppia. E la pressione di una performance di livello olimpico sembrava pesare molto ad Oberstdorf secondo diversi osservatori su Ri Chol-un, l’ ufficiale della federazione di pattinaggio nordcoreana che accompagnava i due.

La tregua olimpica e la pace in nome dello sport, potrebbero davvero dare una svolta positiva al clima di estrema tensione che il mondo intero sta vivendo anche a causa dei ripetuti test nucleari voluti da Kim Jong-un. Incrociamo le dita!

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