Canottaggio: una pioggia di medaglie da Budapest
La settimana si è chiusa con un grande successo per il canottaggio italiano. Si è svolta, infatti, la Budapest Cup con la doppia vittoria di domenica: dopo gli otto della SC Armida (Torino) sui 4500 metri, hanno bissato le atlete olimpiche Alessandra Patelli e Giulia Pollini. Da un lato, dunque, l’imbarcazione Open mind dei torinesi, in otto più timoniere; dall’altra, un quattro di coppia tra Italia e Ungheria (le compagne di vogata erano Eszter Kremer e Dora Polivka, atlete della nazionale ungherese che l'anno scorso hanno partecipato al mondiale under 23 nel doppio pesi leggeri).
Il team torinese, dal canto suo, si allena senza troppi sconti: otto ore alla settimana sono necessarie per partecipare a due-tre appuntamenti mensili di alto livello, gare molto spesso indoor ad alta tensione nelle quali non vedi l’avversario e devi spingere al massimo lottando contro il tempo. Ma domenica il team era all’aperto: la vittoria è arrivata lo stesso, anche se – ammette l’equipaggio – pur avendo fatto bene, non erano consapevoli di lottare per il primo posto.
Ecco l’equipaggio: Andrea Appendino (1992), Matteo Bianchi (1991), Matteo Bongiovanni (1992), Marta Casetta (1996), Umberto Giacone (1990), Margherita Merlo (1996), Alessandro Rossi (1991), Lorenzo Sforza (1991). Sono tutti della categoria para-rowing LTA ID (acronimo che designa una disabilità, la quale in ogni caso non influisce sulla prestazione atletica). L’anno scorso hanno mancato per qualche frazione di secondo la qualificazione alle Para Olimpiadi e compaiono perciò sul sito della Federazione, giustamente, come “campioni italiani”.
A guardare i loro curriculum, si rimane ammirati: quasi tutti stanno svolgendo un’attività extracurricolare di tipo pratico, e si va dall’operatore turistico all’appassionato di musica quando invece si cerca un taglio più vicino all’ambito culturale. Insomma, un vero spaccato di come potrebbero e dovrebbero essere i giovani quando conducano una vita che non si identifica del tutto con sport, ma vi trae ispirazione, motivazioni e forza per ottenere soddisfazioni anche al di fuori dell’attività fisica.
[Andrea Bianchi]