Canottaggio: origini, tradizioni e caratteristiche
Sport acquatico che vanta una lunga e appassionante tradizione in Italia, il canottaggio è uno sport bello, divertente e adatto anche agli sportivi più giovani.
Disciplina che nasce nella notte dei tempi ed è presente in forma agonistica già in epoca romana, il canottaggio conosce le prime fortune a Venezia nel XIV secolo, quando un decreto del doge Giovanni Soranzo definisce le modalità di esecuzione di gare tra imbarcazioni che da San Marco conducono al Lido i balestrieri. Allora le imbarcazioni erano manovrate da un equipaggio costituito da 50 uomini scelti con un sorteggio e ai vincitori spettavano bandiere e 200 ducati. Ancora oggi a Venezia, nella prima domenica di settembre, si celebra la prima regata storica che rievoca la prima, disputata nel 1315.
Nel resto d’Europa la prima competizione ufficiale di cui si ha notizia risale al 1715: una gara organizzata dall’attore Thomas Bridge svolta sul Tamigi dal London Bridge a Chelsea. Nel 1818 studenti provenienti da Cambridge e Oxford fondano il Leander Club, la società remiera più antica del Mondo; a loro si deve la nascita della celebre Boat Race, famosa competizione di canotaggio inglese.
Italia pioniera
Il canottaggio moderno nasce a Firenze sull’Arno con la fondazione dei Canottieri Limite, nel 1861; i toscani precedono di poco la nascita del movimento sul Po del 1863, quando sono fondate le due società torinesi Cerea e Eridano, presto affiancate da Armida edEsperia. Nel 1875 anche a Roma sorge la prima società, la RCC Tevere. Il canottaggio si diffonde a macchia d’olio passando da Livorno (Alfredo Cappellini), Pavia (Ticino), Venezia (Bucintoro) e Piacenza (Nino Bixio).
Il 31 marzo 1888 si celebra a Torino la nascita del Rowing Club italiano, costituito da 5 società e 120 soci; nel 2008 un francobollo ha celebrato i 120 anni da tale avvenimento (vedi immagine a sinistra). Il primo presidente federale è il conte Edoardo Scarampi di Villanova, sotto la cui guida viene stilato il primo Codice delle regate e sono organizzati i primissimi Campionati italiani che si svolgono nel 1889 a Stresa (gare sui 2500, distanza ridotta l’anno successivo a 2000 m).
Nel 1892 i tempi sono maturi per la nascita della FISA, Fédération internationale des sociétés d’aviron, il più antico organismo sportivo internazionale. Oltre all’Italia ne fanno parte Belgio, Svizzera, Francia e Trieste; la sede è a Torino e qui vi resta fino al 1923, quando viene spostata in Svizzera. In quello stesso anno il Reale Rowing Club italiano diventa Reale federazione italiana di Canottaggio.
Il canottaggio approda alle Olimpiadi già nella edizione del 1900 a Parigi (6 specialità); molte le variazioni del programma fino al 1924, quando si decide per un totale di 7 categorie (singolo, 2 senza, 2 con [la categoria dei fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale, nella foto a destra], 2 di coppia, 4 senza, 4 con e otto). Le categorie femminili sono ammesse nel 1976 a Montrel e fa la sua comparsa anche il 4 di coppia maschile. I Campionati mondiali sono istituiti nel 1960 e la prima edizione di disputa due anni dopo a Lucerna.
Imbarcazioni e regole di gara
Il numero dei componenti di un equipaggio, la presenza o meno del timoniere e il numero di remi azionato da ciascun componente (uno, tenuto con due mani, o due) determina le varie tipologie delle imbarcazioni, la cui lunghezza varia dai 7,20 metri del singolo ai 17,50 dell’otto. Esse sono realizzate generalmente in kevlar (una resina arammidica molto resistente) con aggiunte di fibra di carbonio; all’interno dello scafo gli atleti trovano una pedaliera ai quali fissare le calzature. I remi, in fibra di carbonio, sono lunghi 3,82 metri e le guide su cui scorrono i sedili dai 70 ai 75 cm.
Imbarcazioni d’altri tempi
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Attorno alle metà del XIX secolo si registrano i principali progressi che portano alla nascita delle moderne imbarcazioni. Nei primi anni del secolo i progettisti cercano senza troppi risultati di realizzare varche veloci ed efficienti; nel 1847 il cantiere di Hanry Klasper progetta e produce uno scafo rivoluzionario, andando contro corrente ai principali concorrenti: una barca per quattro vogatori senza chiglia. Nel 1856 la seconda rivoluzione: il carpentiere britannico Mat Taylor costruisce la prima barca a otto vogatori priva di chiglia e con superficie liscia (capace di sbaragliare la concorrenza). Per quel che riguarda i remi, fu il tedesco Rettich a realizzare nel 1854 i primi modelli ad asta cava, leggeri e maneggevoli.
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Le regate del canottaggio sono divise per specialità e sono:
1. Singolo (1x): un solo vogatore con 2 remi. Lunghezza scafo: 7,20 metri.
2. Doppio (2x): 2 vogatori con 2 remi ciascuno. Lunghezza scafo: 10 metri
3. Due senza (2-): 2 vogatori con 1 remo ciascuno. Lunghezza scafo: 10,30 metri
4. Due con (2+): 2 vogatori con 1 remo ciascuno. Lunghezza scafo: 10,30 metri
5. Quattro di coppia (4x): 4 vogatori con 2 remi ciascuno. Lunghezza scafo: 13 metri
6. Quattro senza (4-). 4 vogatori con un remo ciascuno (vedi foto a destra). Lunghezza scafo: 13 metri
7. Quattro con (4+). 4 vogatori con 1 remo ciascuno e un timoniere. Lunghezza scafo: 13 metri
8. Otto. 8 vogatori con 1 remo ciascuno e 1 timoniere. Lunghezza scafo: 17,50 metri
Canottaggio e giovani sportivi
Il canottaggio è uno sport completo, consigliato ai bambini e ai ragazzi dagli 8 anni in su. Nel praticarlo intervengono i muscoli del busto, le articolazioni e i relativi tendini delle braccia; particolarmente sollecitati sono gli apparati respiratorio e circolatorio che, coordinati in maniera ottimale al massimo dell’intensità dello sforzo fisico, permettono al giovane atleta di svolgere un’attività fisica eccellente.
Come riporta il sito dell’ambulatorio di Medicina di Gruppo Metropolis di La Spezia (a questo indirizzo del loro portale), «il canottaggio è tra le discipline più complete e consigliabili, perché è adatto alla maggior parte delle persone, si può praticare ad ogni età, ed è un’attività fisica tra le più salutari in assoluto. Unico requisito indispensabile è una discreta capacità natatoria per far fronte all’eventualità, peraltro remota, di una eventuale caduta in acqua. È consigliabile avviare i ragazzi alla pratica di questo sport già dagli 8-10 anni, perché apprendano il gesto tecnico ed acquisiscano precocemente una adeguata preparazione fisica generale. Con la pratica del canottaggio tutti gli organi e gli apparati dell’organismo sono stimolati positivamente e, nel tempo, si realizzano gli opportuni adattamenti cardiovascolari, respiratori, muscolo-scheletrici, metabolici e psicologici che consentiranno agli atleti la pratica di questa attività sportiva. Il canottaggio impegna globalmente l’organismo sia dal punto di vista cardio-respiratorio che muscolo-scheletrico, e pertanto si può considerare uno sport veramente completo che richiede la partecipazione di tutti i distretti muscolari».
Il canottaggio, scrive benessere.com [a questo indirizzo], «è uno sport individuale, oppure coinvolge 2, 4 o 8 elementi, sintetizzati in un armonico unico. Ecco perché è considerato uno degli strumenti di formazione non solo fisica, ma anche morale, dei giovani. Non a caso nelle maggiori università tedesche, inglesi e americane il canottaggio è tenuto in alto onore». Trattandosi di uno sport in cui ciò che conta è la massima potenza aerobica sprigionata dall’atleta, i canottieri di massa "notevole" risultano certamente avvantaggiati; lo svantaggio degli atleti di taglia inferiore è stato compensato creando la categoria dei "pesi leggeri". Per questo al canottaggio possono avvicinarsi giovani sportivi di tutte... le taglie.