Azzurre del volley da Mattarella
«Quello che caratterizza la pallavolo è la coesione, essere squadra con grande vicendevole responsabilità. Correttezza che contrassegna il gioco. Vorrei che il paese somigliasse a questa nazionale con senso di coesione e responsabilità". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella rivolgendosi alle azzurre della pallavolo vice campionesse del mondo ricevute al Quirinale.
«Vi ringrazio per l'esempio che offrite, avete conseguito un traguardo che è anche più importante del colore della medaglia che si vince: avete conquistato tanti concittadini, non è solo questo motivo di orgoglio, avete sospinto molti giovani a impegnarsi nello sport, a praticarlo, li avete spinti col vostro esempio ad impegnarsi».
«Aver conquistato tanti concittadini e aver spinto molti giovani, molte bambine, a impegnarsi nella pallavolo seguendo il vostro esempio è un traguardo superiore alla medaglia d'oro; non avete vinto l'oro e capisco che nell'immediato siate rimaste deluse perché avreste preferito vincerlo - ha detto il capo dello Stato -. Ma voi, insieme alle serbe, siete state al vertice del mondiale. Essere la squadra più giovane è un dato importante. Ora sono curioso di vedere a cosa porterà questa popolarità della pallavolo, dovuta ai vostri risultati ma anche al successo organizzativo dei mondiali maschili».
Mattarella, che ha aperto l'intervento con un ricordo di Sara Anzanello e un messaggio di cordoglio ai suoi cari, ha dimostrato passione autentica, snocciolando i premi individuali delle azzurre e chiamandole una per una, pescandole con lo sguardo tra la platea. Una per una, compresa «la mia concittadina Miriam Sylla, siamo entrambi palermitani». Una frase che archivia tutte le inutili polemiche sulla nazionale delle italiane di prima e seconda generazione.
«Atlete e staff sono consapevoli del valore della maglia che indossano», ha detto il presidente federale Bruno Cattaneo, introducendo un concetto, quello dell'appartenenza, che è ritornato anche negli interventi del ct Davide Mazzanti e della capitana Cristina Chirichella. «All'inizio di questa avventura avevamo coniato lo slogan 'noi siamo l'Italia'. - ha raccontato il tecnico - Volevamo essere qualcosa in cui il paese potesse identificarsi. E anche se non abbiamo vinto quando siamo tornati a casa ci siamo resi conto di aver centrato l'obiettivo». «Uno dei nostri punti di forza è di essere un circuito di energia in cui ognuna riesce a caricare le altre - ha concluso la centrale azzurra - Siamo felici di essere riuscite a trasmettere a tutto il paese questa energia».