Anche Snai con Special Olympics
Sono 34 gli atleti special olympics che, dal 14 al 25 marzo, gareggeranno per l'Italia ai Giochi mondiali invernali. La gara nelle gare sarà di iZilove Foundation, con un percorso di donazione per equipaggiare gli azzurri realizzato in collaborazione con Snai.
L'iniziativa nasce da una partnership iZilove-fondazione Gruppo Snai-Special Olympics Italia, nel programma di allenamenti o gare per persone con e senza disabilità intellettiva, diffuso in 169 paesi nel mondo e con oltre 4 milioni e mezzo di atleti. La raccolta in favore degli atleti azzurri si sviluppa in parallelo con i Giochi Nazionali Invernali di Bormio (5‐10 febbraio), che fanno da apripista all’appuntamento mondiale del 14 marzo.
Effettuare una donazione significa permettere ai nostri atleti la partecipazione alle gare; per farlo è sufficiente entrare in uno dei 2.200 negozi o corner Snai, oppure nel sito snai.it e scegliere un importo. La particolarità è nel fatto che l’intero importo scommesso non produrrà sfida al banco né vincita, ma sarà interamente devoluto alla causa di Special Olympics Italia. La raccolta confluirà nella campagna “#IoAdottoUnCampione”, per convertirsi in abbigliamento e attrezzature tecniche particolarmente costose a beneficio della spedizione azzurra. Per equipaggiare completamente un atleta sono necessari 1500 euro: l’obiettivo è soddisfarli tutti.
L’adesione del Gruppo SNAI non si limita alla raccolta fondi, ma si sviluppa come una partnership completa che, attraverso tutti i canali di comunicazione dell’azienda, mira a sensibilizzare il pubblico sul tema della disabilità intellettiva e promuovere l’attività di Special Olympics.
«Ho letto il giuramento dell'atleta Special Olympics - ha detto Fabio Schiavolin (Gruppo Snai) - Che io possa vincere ma, se non riuscissi, che io possa tentare con le mie forze. Emblema dello sport per tutti. Non esistono due tipi di vittoria o sconfitta, come possono esistere due tipi di atleti? Lo sport è un libro infinito, se iZiLove Foundation è una riga delle storie che gli atleti raccontano per noiè la più bella medaglia».