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Materiale Didattico

Addio Rio, grazie per queste splendide Olimpiadi!


Addio Rio: è stato davvero bello! Con un’atmosfera tipicamente, caoticamente sudamericana, si chiudono i Giochi brasiliani, che in due settimane ci hanno accompagnato in questa calda estate con gioie, lacrime, entusiasmi e polemiche, sempre al ritmo pazzo della musica brasileira.

I Giochi Olimpici di Rio 2016 hanno battuto tanti record riguardanti la partecipazione ed i risultati di nuovi Paesi nella rassegna a cinque cerchi. Le Olimpiadi brasiliane hanno segnato l’esordio di due nuovi Paesi, il Kosovo ed il Sudan del Sud, con il primo che ha addirittura ottenuto una medaglia d’oro grazie alla judoka della categoria 52 kg Majlinda Kelmendi.

Nel complesso, sono stati 87 i Paesi andati a medaglia, due in più rispetto alla passata edizione londinese, anche se resta sub judice il bronzo ottenuto dal moldavo Serghei Tarnovschi, risultato positivo ad un controllo antidoping, nella canoa velocità. Sarebbero potuti essere addirittura 88, se il Kirghizistan non avesse perso il proprio podio per l’ennesimo caso doping nel sollevamento pesi. Come si vede il doping è stato suo malgrado il protagonista dell'Olimpiade, prima e durante (e forse anche dopo).

Continua, comunque la lenta ed inesorabile tendenza all’allargamento dei Paesi partecipanti e di quelli che sono in grado di conquistare medaglie. I Giochi sono sempre più globali, tant’è che, oltre al Kosovo, anche le Fiji e la Giordania hanno ottenuto il loro primo podio a cinque cerchi, oltretutto con due medaglie d’oro. A contribuire è anche l’introduzione di nuove discipline nel programma olimpico, con le Fiji che hanno approfittato della novità del rugby a 7 per trionfare.

Ma sicuramente è stata l'Olimpiade americana: gli USA, superati dal fattore campo della Cina a Pechino 2008 e rimbalzati in vetta nel 2012, sono di nuovo primi nel medagliere. Nei 121 titoli, 46 d’oro incluso quello scontato del basket, prevalgono le quote rosa: 61 sono firmati da donne. Non esiste solo Phelps, ma nemmeno la Biles. Gli Usa che cementano il ruolo di superpotenza non sono una novità: 19 medaglie più di Londra sono tante. I numeri sottolineano il distacco dalla concorrenza: il progetto è esplodere a Los Angeles 2024, facendo razzia.

È stata l'Olimpiade della Gran Bretagna, stabile seconda forza olimpica sull’onda lunga dell’Olimpiade casalinga grazie ai ciclisti in pista (11 medaglie, bottino pieno) e alle eccellenze dell’atletica, Mo Farah (doppietta 5.000-10.000) in testa (ne parliamo tra poco).

È stata l'Olimpiade di tanti atleti azzurri che hanno scritto i loro nomi nella storia dello sport. Tra questi:
- I tiratori: l'Italia più bella! Nel tiro a segno è stato immenso Niccolò Campriani, ormai uno dei più grandi sportivi di sempre per l’Italia, capace di conquistare 2 ori: il toscano ha 28 anni e potrà dominare ancora a lungo. Nel tiro a volo 5 medaglie in 5 gare, di cui 2 d’oro! Si tratta dello sport che ha tenuto in piedi l’Italia a Rio. Indimenticabile la doppietta Cainero-Bacosi nello skeet, così come l’apoteosi del giovanissimo Rossetti. Pellielo ha dovuto rinunciare ancora una volta al suo sogno d’oro, ma siamo certi che ci riproverà ancora a Tokyo, quando avrà 50 anni. Speriamo in un immediato recupero della talentuosa Jessica Rossi, unica ombra di un settore che ha incantato.
- La meravigliosa Tania Cagnotto, che ha coronato una carriera memorabile con due splendide medaglie, una delle quali in coppia con l'amica di sempre Dallapè. Una fuoriclasse che difficilmente troverà una sostituta in tempi brevi. Il testimone passa idealmente ai giovani Tocci-Chiarabini, sesti nel sincro da 3 metri.
- Lupo-Nicolai nel beach volley, bravi a sfruttare un tabellone favorevole e ad agguantare una meritata finale. Qualche rammarico per l’esito dell’atto conclusivo con i brasiliani Alison-Bruno, superiori ma non imbattibili.
- I ragazzi del canottaggio: anche se il 4 senza campione del mondo non è mai stato in lotta per il successo e quindi il bronzo non può soddisfare, il due senza di Abagnale-Di Costanzo ha raggiunto un terzo posto insperato e probabilmente ha davanti a sé un futuro radioso.
- I ciclisti azzurri Elia Viviani, strepitoso oro, è il giovane quartetto dell’inseguimento, trascinato dal fuoriclasse Ganna, già campione del mondo in carica dell’individuale a soli 20 anni. Senza contare Elisa Longo Borghini, che ha dato spettacolo vincendo il bronzo nella prova in linea e chiudendo sorprendentemente quinta la cronometro.
- Il judo italiano: Fabio Basile ed Odette Giuffrida, rispettivamente oro e argento garantiscono successi a lungo termine, ma dobbiamo puntare anche ad Elios Manzi, Antonio Esposito e Maria Centracchio, di cui sentiremo parlare ancora a lungo.
- I nuotatori azzurri: Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti hanno disputato un'Olimpiade strepitosa, ma il resto della squadra ha deluso le aspettative, prima fra tutti Federica Pellegrini. La Federazione dovrà rimboccarsi le maniche per trovare nuove leve in grado di arrivare pronti all'appuntamento giapponese.
- I giocatori della pallanuoto: l’Italia è stata l’unica nazione a conquistare un podio sia nel torneo femminile sia in quello maschile. Il Setterosa, pur senza Tania Di Mario, ha un futuro, perché composto da una rosa di giocatrici sostanzialmente giovani e, per quanto riguarda il Settebello, il processo di rinnovamento attuato da Sandro Campagna ha portato i suoi frutti.
- i giocatori di pallavolo:  l’amarezza della finale persa al Maracazinho brucerà ancora a lungo, l'oro olimpico sembra restare un tabù. Ma  soli 20 anni Simone Giannelli ha già dimostrato di essere uno dei migliori palleggiatori al mondo: attorno a lui bisognerà costruire la squadra del futuro, di cui sicuramente farà ancora parte Ivan Zaytsev. Opposto il discoro della Nazionale femminile: sconfitte in 5 partite, le azzurre sono state travolte da Stati Uniti, Olanda, Serbia e Cina. Veterane spente, nuove leve acerbe: il gruppo è tutto da ricostruire, possibilmente con un nuovo allenatore.
- Gli schermidori: anche se 4 medaglie, di cui una d’oro, vinta da Rossella Fiamingo, non sono un risultato soddisfacente: il fioretto femminile ha perso una leadership ventennale, ma è arretrata anche la sciabola. Occorre ripartire al più presto.
- Le ragazze della ginnastica. Nell'artistica pesa come un macigno il quarto posto di Vanessa Ferrari; ma ancora di più rammarica il mancato accesso alla fine della squadra femminile. Per Tokyo il talento più puro da coltivare sarà quello di Sofia Busato, mentre in campo maschile, tramontata l’era dei Cassina, Morandi e Busnari, non si intravede ricambio. Nella ritmica il quarto posto fa male ma è in linea con i piazzamenti stagionali ottenuti dalle Leonesse nelle tappe di Coppa del Mondo.
- La squadra dell'atletica: zero medaglie vinte nell'atletica (non accadeva dal 1956) è un peso difficile da sopportare. La Federazione brancola nel buio da anni e le assenze di Tamberi e Alex Schwazer, non bastano a nascondere le lacune del movimento. Solo 4 le finali raggiunte in campo femminile: Grenot, 4×400 femminile, Trost, Rossit, nessuna in campo maschile. Scomparsi gli azzurri nei lanci, nella velocità e nel mezzofondo, nella marcia (Palmisano a parte, ottima quarta) e nella maratona.

È stata l'Olimpiade di Michael Phelps, che a Rio non doveva nemmeno esserci. Si era ritirato, ingrassato 15 kg, fidanzato e aveva fatto un figlio: eppure nella piscina carioca a 31 anni ha voluto dimostrare a se stesso di essere sempre lo stesso fenomeno. Il gigante di Baltimora non pensa ad altre virate improvvise. L'ultimo oro ancora di squadra, nella 4X100 mista che ha chiuso le Olimpiadi in vasca. E le lacrime, percheé dopo 5 edizioni dei Giochi e 28 medaglie conquistate - solo a Rio 5 ori e un argento -, Phelps cannibale si è scoperto "umano".

È stata l'Olimpiade di Simone Biles, la regina della ginnastica artistica: 4 ori - raggiunto il bottino di Katie Ledecky - nel corpo libero, nel volteggio nel concorso a squadre e nel concorso individuale. Anche un bronzo per l'americana, ottenuto nella trave. Stupenda.

È stata l'Olimpiade di Usain Bolt: anche se tutti adesso parlano della sua scappatella con una giovane studentessa di Rio, il giamaicano è ormai vera e propria leggenda dell'atletica leggera. Usain Bolt, da pochissimo trentenne, ha vinto la medaglia d’oro sia nei 100 metri sia nei 200 metri alle ultime tre Olimpiadi. Da sette anni detiene il record del mondo su entrambe le distanze. Negli ultimi dieci è stato battuto una sola volta in una finale di un torneo internazionale, nel 2007. Un mito vivente, reso ancor più speciale da quel suo fisico straordinario: è alto quasi due metri – 1.95, per la precisione – con gambe lunghe da mezzofondista, e una corsa che persino chi non si intende di atletica definirebbe “elegante”. Un atleta che è riuscito a rimanere il più forte per dieci anni consecutivi in uno sport in cui tutti gli altri si limitano a un picco di 3-4 anni, e a diventare uno dei personaggi pubblici più amati in tutto il mondo.

È stata l'Olimpiade di Mo Farah. Dopo i 10mila il corridore della Gran Bretagna ha vinto anche nei 5mila bissando il doppio oro già conquistato ai Giochi di Londra.  L'ultimo atleta a vincere entrambe le gare di distanza in due Olimpiadi consecutive era stato il finlandese Lasse Viren nel 1972 a Monaco di Baviera e nel 1976 ai Giochi di Montreal.

Infine è stata senza dubbio l'Olimpiade di Rio. Le 31esime Olimpiadi moderne non saranno state uno spettacolo scenografico imperdibile (le piscine verdi resteranno un simbolo a loro modo di qualche difficoltà tecnica di troppo) ma hanno funzionato, nonostante i molti scetticismi iniziali. Non sono stati registrati attentati o violenze e alla polizia brasiliana – circa 13 mila uomini per turno – va il merito di aver saputo gestire l’evento al meglio in una città per altro caotica dal punto di vista delle infrastrutture pubbliche, spesso carenti e deficitarie.

Ora è tempo di pensare alle prime Olimpiadi giapponesi, quelle di Tokyo 2020. La cerimonia di chiusura al Maracanà ha segnato la chiusura dell'Olimpiade 2016 con una festa multicolore improntata ai ritmi e ai costumi del Carnevale e al tema della 'saudade', con fuochi d'artificio e scuole di samba in campo. Sotto una pioggia battente, il premier Shinzo Abe si è presentato al centro del campo su un palco con in testa il cappello di Super Mario, il popolare personaggio giapponese dei videogiochi; il passaggio del testimone, è avvenuto quando la bandiera a cinque cerchi è stata ammainata e consegnata al governatore di Tokyo, Yuriko Koike.

La cerimonia era stata preceduta da una temporale tropicale, con vento fortissimo e pioggia battente durata per la prima metà dello show: nonostante gli allarmi, le condizioni meteo non hanno scoraggiato spettatori e team della sfilata finale, con Daniele Lupo portabandiera degli azzurri. La cerimonia ha visto la premiazione dell'oro al keniano Kipchoge, vincitore della maratona, gara simbolo dell'olimpismo.

Spazio ora alle Paralimpiadi, in programma dal 7 al 18 settembre. L’impressione però, rispetto a quattro anni fa, è che la rassegna imminente sarà in tono minore. Londra aveva segnato uno standard molto alto, quasi impossibile da superare, facendo registrare stadi e palazzetti pieni anche alla Paralimpiade. In Brasile, invece, sono ancora migliaia i biglietti invenduti (l’88% dei tagliandi è ancora disponibile) e sembra che la stessa Paralimpiade sia stata a rischio svolgimento per la mancanza di soldi con il Comitato organizzatore carioca che avrebbe fagocitato tutti i fondi disponibili.

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