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Materiale Didattico

6 luglio 2015. Italvolley, l'ora della riscossa


Continua il momento di smarrimento della Nazionale italiana vi pallavolo maschile. Una squadra che ancora non ha smaltito la delusione del Mondiale polacco, disputato mostrando mancanza di unità, di carattere, di carisma e, soprattutto, priva di gioco. 
L'annata in corso è iniziata con i tormenti di quel 13° posto. L'ultimo weekend lo ha dimostrato: la brutta sconfitta contro il Brasile in gara 1 (risultato fortunatamente ribaltato nel secondo confronto), ha portato i giocatori a mostrare diversi stati di nervoso e insofferenza. Le dichiarazioni di Ivan Zaytsev relative al confronto con Mauro Berruto e con lo staff, riprese dalle telecamere, sono state cancellate prontamente dalla Federvolley.
Lo sfogo dello Zar, autentica bandiera di questa Italia, dopo la vittoria contro il Brasile ha detto: «Una bella vittoria importante, frutto secondo me di un confronto abbastanza acceso questa mattina in albergo tra noi e lo staff tecnico, in particolare con Mauro Berruto. Spero che non sia solo una reazione nell’immediato ma che duri nel tempo. Personalmente sono contento, mi aspettavo che succedesse qualcosa. Bene così ma ripeto: dobbiamo lavorare ancora tanto per mantenere questo stile di gioco, questo carattere, questa voglia anche durante le Finali». 
Quali sono dunque i motivi che portano a questa tanto evidente discontinuità:  Stefani Villa, riporta le sue teorie sul sito OASPORT: «Spesso è stato Dragan Travica a finire nel mirino delle critiche. Il palleggiatore è diventato nel frattempo il nostro capitano e dunque dovrebbe essere il riferimento di tutta la squadra. La “staffetta” con Emanuele Birarelli per la “lasagna” sulla canotta (è il caso di chiamarla così visto l’utilizzo della nuova divisa) è stata spiegata solo all’ultimo minuto prima degli incontri con la Serbia. Si continua a cambiare l’opposto con un’alternanza tra Vettori e Sabbi, al centro c’è emergenza di uomini, il ruolo imposto a Zaytsev (che però sta giocando bene in ricezione). Unica certezza: Simone Giannelli che quando è entrato ha sempre cambiato l’incontro. Si aprirà un nuovo “fuoco”?».
Poi continua: «Si sbaglieranno le battute, il muro sarà altalenante, non si riusciranno a fare break, gli infortuni falcidianti ma qui i problemi sono più di testa, caratteriali e di gruppo. Uno sport di squadra che necessita di chiari equilibri che non andrebbe mai smarriti. In tutto questo un CT in evidente difficoltà e purtroppo abbandonato dai vertici del movimento, lontano miglia e miglia dalla trincea verdeoro. C’è bisogno di una raddrizzata, di una seria presa di coscienza, di una valutazione tecnica approfondita, di una crescita fisica e mentale».
L'Italia deve ritrovare anche la giusta attenzione dei media: troppo poco spazio riceve questa Nazionale sulle pagine dei quotidiani e dei siti internet specializzati. Le occasioni per sostenere la squadra, non mancheranno: c’è una Final Six da onorare, c’è una Coppa del Mondo e c’è una rincorsa alle Olimpiadi che stando così le cose appare davvero difficile da raggiungere.

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