3 aprile 2015. Schwazer ci riprova con Sandro Donati
Alex Schwazer ai Giochi di Rio: un sogno impossibile o un traguardo da raggiungere per cancellare l'infamia del doping? L'atleta altoatesino ci riprova con Sandro Donati, consulente della Wada, maestro dello sport e tecnico da sempre impegnato nella lotta contro l'uso di sostanze proibite.
I due infatti hanno convocato una conferenza stampa per mercoledì, in cui presenteranno il loro progetto per il ritorno all'attività agonistica, a squalifica scontata, del marciatore che fu oro olimpico a Pechino. Assieme a Donati e Schwazer ci sarà anche Mario D'Ottavio, scienziato che è stato membro della commissione di vigilanza ministeriale della legge antidoping.
Il dopato eccellente e il simbolo della lotta al doping, il super atleta truccato e l’uomo che della trasparenza ha fatto la sua ragione di vita: una coppia impossibile, che però potrebbe avere un senso, anche a fini educativi. Un errore imperdonabile che può essere corretto con il lavoro e soprattutto la supervisione di chi, quegli errori, cerca da sempre di non farli commettere.
In attesa di dettagli e motivazioni, sappiamo che donati e Schwazer saranno affiancati dal dottor Dario D’Ottavio, chimico ed ex membro della commissione di vigilanza della legge antidoping del ministero della Salute; Giulia Mancini, manager di Schwazer e l’avvocato Gerhard Brandstaetter, legale del marciatore altoatesino. Il tutto sotto l’egida dell’associazione Libera di don Luigi Ciotti. L'associazione sarà rappresentata dal coordinatore nazionale Enrico Fontana.
L'idea di chiedere la collaborazione di Donati sarebbe stata di Schwazer, che vuole ripartire dal tecnico uomo-simbolo dello sport pulito che a sua volta avrebbe superato le perplessità iniziali. In realtà Alex, squalificato fino al 29 aprile 2016, avrà scarsissime possibilità di ottenere il pass per Rio, dal momento che la Fidal sembrerebbe intenzionata a scegliere i marciatori per i Giochi carioca già a partire da ottobre.
Dal presidente del Coni Malagò arrivano parole di soddisfazione per entrambi i protagonisti: «Bisogna dire bravi a tutti e due – dice il n.1 dello sport italiano, a margine di un convegno promosso dall’Autorità Anticorruzione – A Alex Schwazer perché è riuscito a coinvolgere Sandro Donati in questa impresa per dare credibilità alla figura dello sportivo, che non sembrava indispensabile, e a Donati per essersi messo al servizio di una causa che può essere d’esempio per tanta gente che in passato ha avuto problemi analoghi».
Così il marciatore in conferenza stampa: «Temo di fallire? Non ho questa paura. Troverei molto più triste finire così, perché so che ho vinto le mie gare importanti senza doping. Già alla prima gara sarò più motivato di quando dovevo andare a Londra; voglio fare qualcosa che va oltre ciò che gli atleti fanno a livello di antidoping. Mi è venuto in mente Donati che mi ha anche criticato duramente. Mi sono reso conto della sua lotta contro il doping. Direi una bugia se dicessi che sarei tornato lo stesso. Il progetto è nato senza pensare a sconti di pena o Rio 2016, ma per riabilitare la mia credibilità».