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Materiale Didattico

29 giugno 2015. Sassari, scudetto storico


Il trionfo di Sassari è una storia che merita di essere raccontata. La vittoria ai danni della Grissin Bon Reggio Emilia per 4 partite a 3, con l'ultimo match disputato proprio a Reggio e terminato 75-73, resterà negli annali della pallacanestro italiana. Ripercorriamo la grande ascesa del team sardo con la voce dei protagonisti. 
Sassari ha iniziato il campionato da squadra buona, ma non certo da favorita alla vittoria del tricolore. In stagione regolare era arrivata quinta, dopo Milano, Venezia, Reggio Emilia e Trento. Nei playoff è stato un crescendo costante: ha battuto nei quarti di finale Trento per 3 partite a 1 e in semifinale la superfavorita Milano per 4 partite a 3, alla fine di una serie bella e spettacolare. 
E veniamo ai protagonisti in campo: uno dei giocatori più determinanti della stagione di Sassari è stato Olaseni Lawal, centro nigeriano naturalizzato statunitense di 28 anni e alto 208 centimetri. Lawal – che nonostante sia cresciuto negli Stati Uniti ha sempre giocato all’estero da professionista – ha tenuto una media impressionante di rimbalzi per tutta la stagione: è stato il miglior rimbalzista offensivo sia in stagione regolare (4,4 di media a partita), sia durante i playoff (4,9 di media a partita). Lawal è stato anche il primo del campionato per le stoppate: 2 di media a partita. Altri due giocatori fondamentali per Sassari sono stati Jarome Dyson, playmaker/guardia statunitense con una breve esperienza in NBA nel 2012 nei New Orleans Hornets, e David Logan, playmaker/guardia statunitense naturalizzato polacco al suo primo anno nel campionato italiano. Dyson è stato tra i migliori passatori di tutto il torneo, con oltre 5 assist di media a partita tra stagione regolare e playoff, mentre Logan è stato uno dei migliori tiratori da tre, con quasi il 40 per cento di media al tiro.
La serie della finale è stata un ottovolante di emozioni: nelle prime due partite giocate a Reggio Emilia, Sassari ha giocato inspiegabilmente molto male, perdendo molti palloni e finendo con un significativo svantaggio di punti (-19 punti in gara-1, -13 punti in gara-2): uno dei giocatori più determinanti è stato in entrambe le partite Achille Polonara, che ha segnato rispettivamente 18 e 20 punti. Le cose sono cambiate da gara-3, quando si è giocata la prima partita a Sassari: Logan ha preso per mano la squadra segnando 17 punti di fila nell’ultimo quarto portando i sardi alla vittoria. Il Banco di Sardegna ha vinto anche gara-4, giocata sempre a Sassari, alla fine di un tempo supplementare e dopo una rimonta di Reggio Emilia. Gara-5 si è giocata di nuovo a Reggio Emilia e di nuovo si è rispettato il “fattore campo”: la Grissin Bon ha vinto per 71-67. Gara-6, giocata a Sassari, è stata la partita più spettacolare della serie, vinta da Sassari dopo ben tre tempi supplementari. 
Con la conquista dello scudetto, accolta in tutta la Sardegna da festeggiamenti meravigliosi, la Dinamo Sassari entra nella leggenda, confermando le vittorie in Supercoppa e Coppa Italia. 
Meo Sacchetti, l'allenatore della squadra ha espresso tutto il suo entusiasmo nei giorni scorsi: «Uno scudetto incredibile: lo dedico a mia moglie e a tutta la Sardegna. A mia moglie perché dietro un grosso uomo - non so se sono grande ma di sicuro sono grosso - c'è una grande donna. E lei è questo. Alla Sardegna perché siamo stati spinti verso questo traguardo da un intero popolo. Non è un momento facile per questa terra, avevamo provato con mano cosa questa squadra era diventata non solo per la città di Sassari. Mi hanno detto di un'intera Regione impazzita di gioia. Ne siamo orgogliosi. Penso che la vittoria in Coppa Italia, arrivata battendo in finale Milano, abbia dato al gruppo la consapevolezza di potersela giocare ad armi pari con tutti. Nei play off invece è stata fondamentale gara 2 dei quarti contro Trento. Ci avevamo perso già tre volte, due in campionato e la prima sfida, avessimo perso ancora credo non saremmo qui a celebrare questo titolo».

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