23 febbraio 2015. Sport a Parma, crisi senza fine
di Matilde Centaro. «Save Parma», «Ci avete rotto il calcio!!!» sono solo alcuni degli slogan e dei moti di protesta che negli ultimi giorni si ripetono sui social, affiancati a immagini eloquenti come quella di un pallone sgonfiato. Portati avanti da giocatori e tifosi delusi che vogliono far sentire le loro voci, questi appelli, questi reclami costituiscono solo la punta dell’iceberg di una crisi dello sport che sta portando al tramonto la Parma dell’ “età dell’oro”.
Sono note ai più, grazie alle colonne dei più diffusi quotidiani sportivi nazionali, le difficoltà finanziarie che il club gialloblu si è trovato ad affrontare negli ultimi mesi: la perdita della qualificazione in UEFA per il mancato pagamento delle quote Irpef dovute, i punti di penalizzazione della FGCI per i non pervenuti stipendi ai dipendenti. Il tutto accompagnato dalla fumosità che avvolge l’acquisizione, nel dicembre scorso, delle quote di maggioranza della società da parte di una neonata holding cipriota, la “Dastraso Holding Limited”, la cui vera longa manus rimane tuttora occulta.
E se la situazione del Parma calcio appare appesa a un filo, in un instabile tiremmolla tra la società e i giocatori che minacciano abbandoni anticipati del campo da gioco, la città emiliana, un tempo terra felix e pluripremiata da un punto di vista sportivo, sembra vivere nella fase più recente una débacle che investe più fronti sotto questo aspetto.
In primo luogo quello del rugby, sport nel quale il Rugby Parma, nato nel 1931 dal reclutamento amatoriale di atleti nei licei e nelle università, ha regalato alla città premi e riconoscimenti soprattutto negli anni ’50, anni in cui il prestigio del gioco della pallovale è arrivato a oscurare e mettere in secondo piano addirittura quello del calcio, grazie al conseguimento, tra gli altri, di tre titoli di Campione d’Italia. Oggi il Rugby Parma e gli altri due club cittadini, Amatori e Noceto, concorrono in serie B, mentre è degli ultimi giorni la notizia dell’intenzione della Federazione alla cessione delle Zebre, la squadra cittadina impegnata nella Celtic League.
La stessa musica si ripete, con poche variazioni di tono, nella pallavolo e nel baseball. Così, se il Parma Volley Ball della “generazione di fenomeni” degli anni ’80 e ‘90, quella che si era fregiata della vittoria di tre Coppe delle Coppe, due Supercoppe europee e cinque Coppe Italia, è sparita già dalla fine degli anni Novanta dal panorama sportivo europeo, anche il baseball, nel quale la città si è guadagnata l’attributo di squadra più titolata d’Europa, con le sue 13 Champions in attivo, sembra risentire di questa crisi.
Un sintomo inequivocabile del ridimensionamento subito è rappresentato dal nuovo stadio che sorge nel complesso sportivo “Aldo Notari”. Rispetto al vecchio stadio “Europeo-Nino Cavalli”, prestigiosa sede di tre edizioni dei Campionati del Mondo, nel 1978, nel 1988 e nel 1998, della Coppa Intercontinentale del ’73 e del Campionato Europeo del ’99, che aveva una capienza di 6000 spettatori, il nuovo stadio riduce drasticamente i suoi spazi, potendo ospitare al massimo 3000 tifosi. E se il Parma Baseball sopravvive come ultimo baluardo dell’eccellenza parmense, con l’ultimo scudetto che risale al 2010, nel 2013 il club ha provveduto alla vendita del tutto inaspettata del capitano Leo Zileri, e, dopo molti anni di partnership, che avevano fruttato alla squadra 3 scudetti, 4 Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe, 4 Coppe Italia, una Supercoppa italiana e una Supercoppa europea, ha perso lo storico sponsor della Cariparma, arrivando a vedere a rischio la stagione 2013.
Insomma, per quanto riguarda Parma, sembra proprio il caso di dare ragione al vecchio proverbio che recita che i guai non vengono mai da soli!