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Materiale Didattico

22 giugno 2015. Il fallimento del Parma


E infine giunse il giorno del fallimento ufficiale del Parma. Un giorno temuto ma atteso che giunge a suggellare la più sciagurata delle sue 102 stagioni. Nessun presunto salvatore è riuscito a risolvere il dramma della squadra emiliana, portata alla debacle da Giampietro Manenti e tanti altri personaggi capaci di accumulare debiti enormi: 218 milioni, di cui 74 solo quelli sportivi, di cui 63 verso i calciatori.
«I curatori fallimentari del Parma FC S.p.A., dott. Angelo Anedda e dott. Alberto Guiotto, comunicano che alle ore 14.00 di oggi 22 giugno 2015 non è pervenuta alcuna offerta per l’acquisto dell’azienda sportiva. Nelle prossime ore i curatori si riuniranno con il Comitato dei Creditori e il Giudice Delegato dott. Pietro Rogato per le necessarie determinazioni in merito alla procedura fallimentare e all’esercizio provvisorio dell’impresa».
Queste le parole del comunicato che interrompono il cammino gialloblù tra i professionisti del pallone. Dopo il forfait della cordata di Giuseppe Corrado, anche Mike Piazza ha lasciato la trattativa per l'acquisizione e l'ultima asta non ha visto nessun partecipante. Così Piazza: «Comprendo l'amarezza dei tifosi per questa decisione, ma non abbiamo ritenuto sostenibili gli investimenti necessari per coprire le passività attuali e future di una squadra il cui avviamento è stato fortemente pregiudicato». 
Dopo il ritiro di Corrado e di Piazza, infatti, oggi potrebbe essere interrotta definitivamente l'avventura del club emiliano con la conseguenza diretta, ai sensi del regolamento Figc, della revoca dell'affiliazione per il club. Questo porterebbe alla chiusura dell'attività giovanile, con i Giovanissimi obbligati a lasciare la fase finale di Chianciano Terme nonostante abbiano conquistato l'accesso alle semifinale battendo Bologna e Genoa.
La speranza a questo punto, è quella di poter ripartire dalla serie D: il regolamento federale prevede che il titolo sportivo, ritornato nelle mani degli organismi federali, venga consegnato, sentito il parere del sindaco della città, ad una nuova società che dimostri di essere in grado di partecipare la campionato di serie D. Nei mesi scorsi, alcuni imprenditori locali, si erano incontrati per dare vita ad un progetto per l'eventuale iscrizione alla Serie D, ma negli ultimi tempi il loro lavoro si era fermato in attesa di conoscere gli esiti delle trattative con Corrado e Piazza. Ora, però, c'è il rischio, visti i tempi ristrettissimi, che non siano più in grado, loro o altri, di salvare quel poco che è rimasto da salvare.

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