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Materiale Didattico

20 luglio 2015. Fioretto, la trionfale domenica degli azzurri


Le azzurre del fioretto non deludono mai: anche quando location, pronostici, sensazioni sono a nostro svantaggio. E la giornata di domenica ha visto anche il trionfo dei fiorettisti uomini: ancora contro la Russia, in una giornata che non dimenticheremo mai.
Ci si aspettava una finale più equilibrata, soprattutto visti i precedenti stagionali in Coppa del Mondo e considerata la location del match, invece come agli Europei di Montreux l’Italia di fioretto femminile ha confermato la propria supremazia dopo l'oro del 2013 (Budapest) e del 2014 (Kazan). Le azzurre, guidate dal ct Andrea Cipressa e contro l’ex Stefano Cerioni, hanno difeso al meglio anche il titolo olimpico conquistato a Londra nel 2012.
Oltre ad Arianna Errigo ed Elisa Di Francisca, prime nel ranking mondiale, da sottolineare la prova di Martina Batini. La pisana – reduce da una stagione difficile – ha mostrato un gioco da super campionessa. Tacendo il fatto che questa Italia può permettersi in panchina per le fasi finali la mitica super Vale Vezzali che a 41 anni soffre e lotta ancora come le altre. 
Il Dream Team ha scritto pagine epiche, sin dal 1992. L'ultima volta, furono proprio le russe a rovinarci la festa ai Mondiali di Catania nel 2011: poi tra Europei, Mondiali e Giochi, è stato solo un dominio tricolore esaltante, nonostante a guidare adesso la Russia ci sia proprio Stefano Cerioni che prima di Andrea Cipressa ha allenato la squadra dei sogni. Valentina Vezzali è un fenomeno di classe, longevità, determinazione: è lei che dalla Trillini in poi è cresciuta è diventata la faccia stessa di questo gruppo che ha poi visto emergere a Londra col doppio oro Elisa Di Francisca, e l'anno scorso Arianna Errigo. Con la Batini l'Italia ha queste quattro fuoriclasse che appartengono a tre generazioni ma sono unite dalla stessa voglia di inesauribile di vincere: insieme costituiscono una incredibile potenza. Peccato solo che il programma olimpico non preveda il fioretto a squadre rosa (come del resto la sciabola uomini reduce dall'oro di venerdì): chissà se il presidente del Cio, Thomas Bach, ex fiorettista oro olimpico a squadre nel '76 a Montreal, in tribuna a godersi il trionfo azzurro cambierà le carte in tavola per Tokyo 2020.
Anche gli uomini del fioretto iniziano a garantire continuità e spattacolo: Andrea Baldini e Andrea Cassarà, il debuttante 23enne Daniele Garozzo e Giorgio Avola (rimasto in panchina) trionfano contro la Russia dopo un confronto difficile, spettacolare, incerto. Un ritorno sul podio più alto per l'Italia: come a Budapest 2013, la conferma sul podio meglio di Kazan 2014 (bronzo). Merito della forma ritrovata di Andrea Baldini, reduce da una stagione non felice, un esaltante e dolorante Cassarà, che aveva vinto l'oro agli Europei davanti a Garozzo, al primo oro in carriera: un altro titolo per il gruppo Cipressa. 
Cala il sipario a Mosca con l'inno di Mameli e grandi speranze per il futuro dei nostri azzurri: tante conferme, molte promesse, ancora del lavoro da fare nelle gare individuali, soprattutto in vista dei Giochi olimpici. L'emozioni, invece, non finiranno mai!
Il video della domenica dei sogni: //www.youtube.com/watch?v=Z7S5XiTVPRI.

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