2 febbraio 2015. I NAS contro il doping, ma l'autonomia?
Nei giorni scorsi il presidente del Coni Giovanni Malagò ha annunciato durante un convegno al ministero della Salute una “svolta epocale” in merito alla lotta doping: il coinvolgimento dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri) con controlli a sorpresa. Si tratta di una notizia che verrà ufficializzata il 9 febbraio e che lascia ancora qualche perplessità.
Come sanno tutti coloro che vivono la lotta al doping a tutti i livelli, infatti, da 15 anni, come previsto dalla legge 376 del 14 dicembre 2000, il nostro Paese è in attesa della creazione di una commissione indipendente che tolga la gestione dell’antidoping italiano alla giurisdizione del Coni (anche solo per evitare che il controllore... non sia l'alleato dei controllati!). Nulla, in questo senso, è stato fatto durante i mandati di Gianni Petrucci (1999-2013).
La Procura di Bolzano, con il caso Schwazer, ha fatto emergere la questione è si è scoperto che la maggior parte degli atleti italiani, anche di primo livello, si rendevano irreperibili ai controlli a sorpresa (gli unici che abbiano una valenza nella lotta alle sostanze proibite), non comunicando la propria posizione o addirittura venendo avvisati prima su quando sarebbero stati fatti i controlli. «Evidenziando - come sottolinea Luca Pisapia del Fatto Quotidiano, - quindi una connivenza – e spesso una complicità di alcuni dipendenti del Coni (due medici e una segretaria sono sotto inchiesta) nella volontà di non fare questi controlli. Ora, ricevute le carte da Bolzano, anche la Procura Antidoping del Coni si è trovata costretta a cominciare la sua indagine: di questi giorni le audizioni dei primi 65 atleti, tra cui nomi di spicco come Howe e Gibilisco».
L'introduzione dei Nas potrebbero quindi anticipare una riforma necessaria che però, al momento, appare ancora sfuocata: prima ancora sull'effettiva autonomia dei Nuclei. Il Comando dei Nas agli ordini del generale Cosimo Piccinno, opererà negli stessi uffici dello Stadio Olimpico dove operano ora quelli dell’agenzia Coni-Nado, e utilizzerà anche buona parte dello stesso personale: quello che ha mostrato tutte le lacune evidenziate dalla Procura di Bolzano. In questo modo il Coni continuerebbe a mantenere la gestione dei controlli a sorpresa? La trasparenza sembra un po' offuscata.
In tal senso Paolo Cova, e altri deputati del Pd, hanno chiesto la creazione di una authority per la gestione dei controlli antidoping veramente indipendente dal Coni. Il testo riporta le seguenti richieste: «La presenza dell’Agenzia CONI-NADO in seno al CONI, disattende quanto previsto dalla legge 376/2000 che evidenzia con assoluta chiarezza la necessità di un organo terzo rispetto al CONI. L’attuale presenza dell’Agenzia presso il CONI si configura come una forma di sistema “controllore / controllato” che non garantisce l’indipendenza dei controlli e accertamenti sugli atleti, in particolare quelli di vertice e inseriti nelle competizioni olimpiche e mondiali e, inoltre, non ottempera alle indicazioni della WADA che raccomanda la costituzione di Agenzie nazionali indipendenti rispetto al sistema sportivo». Come andrà a finire?