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Materiale Didattico

15 giugno 2015. Tensioni (e bugie) tra rugbisti e Federazione


Momento di grandi tensioni all'interno della Nazionale italiana di rugby: sembra infatti inevitabile una forte rottura tra i giocatori e la federazione, in seguito al mancato accordo sui premi, rivisti al ribasso e legandoli d'ora in poi ai risultati e non alla sola presenza in Nazionale. Gli azzurri hanno lasciato il ritiro della nazionale a Villabassa, in Alto Adige, in vista della prossima Coppa del Mondo e il futuro è molto incerto.
Il clamoroso gesto di protesta ha provocato una forte onda d'urto. «Sono deluso dall'atteggiamento assunto dagli atleti - ha dichiarato il Presidente federale Alfredo Gavazzi - non tanto per la situazione contingente ma perché tale decisione denota la non volontà di investire sulle proprie capacità sportive». In realtà le possibilità di uno scontro tra giocatori e federazione, si stavano facendo sempre più concreti da diverse settimane, da quando cioè, Giavazzi, aveva annunciato l'intenzione di rivedere al ribasso i gettoni di presenza in nazionale, riducendoli e integrandoli con un premio partita ulteriore.
È chiaro che la decisione sia stata presa anche in seguito ai risultati non troppo soddisfacenti ottenuti delle ultime partite a livello internazionale, con gli azzurri finiti al 15mo posto del ranking. Sul sito della Federazione si legge: «La presa di posizione di ieri sera non cambia la volontà del Consiglio Federale - pienamente condivisa dallo staff della Squadra Nazionale - di raggiungere un accordo economico con i giocatori basato non sulla semplice partecipazione alle finestre internazionali ma su concreti principi meritocratici legati alla performance. Principi che, come già ribadito pubblicamente dai vertici federali, saranno alla base di tutti i futuri accordi tra FIR e gli atleti della Nazionale. Una proposta definitiva era già stata presentata, in questi termini, ai rappresentanti dei giocatori. Il raduno di Villabassa, sulla base della situazione corrente, è stato interrotto e la preparazione alla Rugby World Cup riprenderà al raggiungimento di un accordo tra FIR e giocatori. Gli atleti convocati con la Nazionale sono a disposizione, con effetto immediato, delle rispettive Società di appartenenza».
Ma dal sindacato dei giocatori, arriva una ben diversa versione dei fatti: «Non siamo stati noi ad andare via ma i responsabili della Fir hanno dichiarato lo scioglimento del raduno invitandoci ad andarcene. A questo punto chi si è assunto al responsabilità di fare un comunicato lesivo dell'onore e del decoro sportivo di ben 40 atleti nazionali di rugby, si assumerà le proprie responsabilità di fronte agli organi di giustizia sportivi e ordinari», si legge nel comunicato dei rugbisti. 
Che proseguono con ulteriori dettagli: «La verità è tutta un'altra: stamattina i giocatori hanno chiesto un incontro al Presidente Gavazzi, il quale l'ha negato per impegni personali. Vista la situazione generale, i responsabili della Fir hanno dichiarato lo scioglimento del raduno invitando i giocatori ad andarsene. Tuttavia, per rigirare la situazione a proprio favore, contestualmente all'ordine di allontanarsi dato ai giocatori è stato divulgato un comunicato che, come detto, ha rappresentato i fatti in maniera difforme dal vero. Ciò fatto, è arrivato un invito a Calvisano all'indirizzo di una delegazione di rugbisti: in parole povere, prima si è sparato contro gli azzurri e poi si è tesa loro la mano»
I giocatori confermano solo il fatto che nessun accordo è stato raggiunto: non solo in merito alla questione dei compensi, ma anche a tutte le altre tematiche già messe sul tavolo della trattativa; ne consegue che i presupposti per la riuscita della spedizione azzurra ai Mondiali di Londra, dunque, appaiano davvero pessimi. Servirebbe al più presto una riapertura dei dialoghi e un incontro fisico tra i giocatori e il presidente: «Che almeno si usi l'onestà intellettuale di presentare la realtà dei fatti in modo chiaro», come conclude il sindacato. 
Nel dibattito si è inserito anche il presidente del Coni Malagò: «In assoluto sono d'accordo a stabilire i premi in base ai risultati: la cosa non è chiara - aggiunge - ho letto le agenzie, ci sono due versioni, ma io non mi nascondo dietro a un dito, in assoluto sono d'accordo a stabilire i premi in base ai risultati, non per il rugby ma in assoluto per tutte le federazioni».
Insomma, la preparazione degli azzurri in vista del Mondiale non poteva iniziare peggio di così: speriamo che la questione possa essere risolta in fretta.

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