07/08/2017 - Tennis
Una tegola si abbatte sulla carriera di Sara Errani. L'azzurra, dopo aver partecipato ai tornei di Parigi, Bol, Maiorca, Eastbourne, Wimbledon, Bastad e Washington, era iscritta alle qualificazioni di Toronto, ma poi all’improvviso si è sfilata, scomparendo dai radar del circuito. Ora è in Italia, impegnata nel match più complesso della sua carriera: un controllo antidoping risalente ai primi mesi dell’anno, infatti, ha accertato un caso di non negatività che la riguarda e che la Federtennis internazionale (Itf), alla fine di un lungo iter, sta per rendere pubblico. Nelle urine della campionessa sarebbero state trovate tracce di arimidex, nome commerciale anastrozolo, riconducibile a un principio attivo farmacologico inquadrabile nella classe S4 degli «stimolatori ormonali e metabolici». Non ci sono alternative posologiche al suo utilizzo (viene usato per trattare il carcinoma mammario in post-menopausa). In assenza di esenzione terapeutica, poiché fa parte dell’enorme e variegata famiglia degli steroidi anabolizzanti, è considerato doping. La Federtennis italiana non ha abbandonato la campionessa, che ha approfittato dei mesi tra la non negatività e l’imminente annuncio dell’Itf per mettere a punto con una squadra di avvocati e medici (endocrinologi e specialisti) la linea difensiva. Sarà la stessa Errani, in settimana, a spiegare cosa è successo.